Oggi è questa la questione del momento e ancora una volta ci troviamo a dover vagliare il sottile confine tra educazione e un po’ di senso civico e sopraffazione. Chi ha ragione e chi torto? Tutti e nessuno, basterebbe solo contare fino a 10…
Chiacchiereccio del web oggi è la vicenda che vede protagonisti la proprietaria di un punto vendita di un supermercato di Pescara e un assorbente. Proprio così: in un punto vendita, qualcuna tra le dipendenti avrebbe lasciato in bella mostra un assorbente (sporco) nel bagno fuori dal cestino e la proprietaria non ci avrebbe visto più.
Un episodio reiterato forse? Può essere. Una cosa che si ripeteva da tempo? Anche. Ma la questione ha superato i confini del dicibile nel momento in cui la signora si sarebbe macchiata di un peccato un pochino più grave: il mobbing.
Voglio il nome e cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò gli calo le mutande io, avrebbe infatti intimato in un audio raccapricciante nel gruppo WhatsApp formato dai capi reparto.
Secondo quanto riferito da Filcams Cgil, visto il rifiuto delle lavoratrici a comunicare quanto richiesto, la violenza verbale si sarebbe poi tramutata in fisica quando i capi reparto hanno controllato singolarmente le donne in servizio.
Pronta la denuncia della Cgil che ha avviato le pratiche legali per approfondire il caso con gli organi competenti.
Vi faccio passare veramente un guaio, eh! Fatemi i nomi, perché altrimenti faccio una lettera di richiamo a tutte le persone che a quell’ora stavano lavorando… a quell’ora, si sente ancora nell’audio.
‼️ “Voglio il nome e cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò gli calo le mutande io.”Con queste parole,…
Posted by Filcams Cgil Nazionale on Wednesday, April 27, 2022
Un gesto ignobile, una violenza gratuita da una donna verso delle donne. Dove sono le relazioni umane? Piogge di commenti a questa notizia anche in questo caso, perché il punto è alquanto divisivo: una dimenticanza può succedere, ma scadere nel mobbing fa riflettere sul livello di sopraffazione che si può raggiungere.
Un mobbing, attenzione, che in questo caso va di pari passo proprio con un’evidente mancanza di regole civili: lasciare un assorbente fuori dal cestino non è rispettoso nei confronti di nessuno, soprattutto nei riguardi di chi è addetto alla pulizia dei bagni, lavoratori anche loro.
Che la proprietaria sia stata assai esagerata non c’è ombra di dubbio, ma c’è chi nel web solleva insomma anche la questione pulizie e decoro:
Onestamente si vedono dei bagni delle donne che fanno schifo. E non è giusto passare tutte da sudice per alcune che gettano gli assorbenti in bella mostra. Vergogna sia per l’una che per l’altra.
In ogni caso non ci sono scuse, bastava dire di aver trovato un assorbente in bagno e redarguire i dipendenti sul da farsi e si sarebbe risolto il problema senza umiliazione alcuna.
L’educazione e il rispetto altrui sono fondamentali, ma rimane il fatto che l’abuso di un datore di lavoro non può passare inosservato. Voi da che ne pensate?
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Fonte: Filcams Cgil
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