In cinque anni morirono 15milioni di persone, quasi l’80% della popolazione, ma per oltre 500 anni il motivo è rimasto avvolto nel mistero. Adesso, gli scienziati hanno scoperto la vera causa dello sterminio delle popolazioni indigene di Messico e Guatemala.
In cinque anni morirono 15milioni di persone, quasi l’80% della popolazione, ma per oltre 500 anni il motivo è rimasto avvolto nel mistero. Adesso, gli scienziati hanno scoperto la vera causa dello sterminio delle popolazioni indigene di Messico e Guatemala.
Fu la febbre tifoide scatenata da un ceppo letale di Salmonella, dopo l’arrivo dei Conquistadores europei nel XVI secolo, a sterminare la civiltà messicana degli Aztechi. A dirlo sono i ricercatori dell’Istituto tedesco Max Planck di Jena, che hanno analizzato il Dna di 29 indigeni sepolti nel cimitero della città messicana di Teposcolula-Yucundaa, abbandonata dopo l’epidemia.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Nature Ecology and Evolution in collaborazione con l’Università di Harvard e l’Istituto messicano di antropologia e storia e parlano appunto di un’epidemia chiamata nella lingua azteca “cocoliztli”, termine che significa pestilenza.
I sintomi? Febbre alta, mal di testa, sanguinamenti da occhi, naso e bocca causati dal batterio della salmonella, portato probabilmente in America dai colonizzatori spagnoli e diffuso tramite acqua contaminata.
“Non possiamo dire con certezza che la salmonella enterica sia stata la causa dell’epidemia Ma crediamo che debba essere considerata una seria candidata”, ha detto Kirsten Bos, tra gli autori della ricerca.
Lo studio
I ricercatori hanno estratto il Dna dalle ossa dei cadaveri e grazie a un innovativo programma sono stati in grado di ricostruire integralmente i genomi dei vari ceppi del microrganismo: in 10 dei 29 defunti sono state trovate sottospecie di S. enterica responsabili della febbre tifoide.
La patologia degli aztechi, dunque, dopo anni, potrebbe finalmente avere una spiegazione, ma per arrivare a questa conclusione la dottoressa Ashild Vagene dell’università di Tuebingen in Germania, che ha coordinato lo studio ha lavorato per anni assieme al suo team.
Sono stati analizzati molti cadaveri, i denti di alcuni scheletri sepolti nel cimitero di Oaxaca in Messico.
“Il cocoliztli del 1545-50 è stata una delle tante epidemie che hanno colpito il Messico dopo l’arrivo degli europei, ma in particolare è stata la seconda di tre epidemie che sono state più devastanti e ha portato al maggior numero di perdite umane”, ha dichiarato Ashild Vagene.
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Dopo aver eseguito il test per tutti i patogeni batterici e virus del Dna per i quali sono disponibili dati genomici, la salmonella enterica è stata l’unico germe rilevato, per questo secondo i ricercatori potrebbe essere stata la causa dell’epidemia.
Dominella Trunfio