La pubblicità di Esselunga ci presenta il più classico degli stereotipi: i figli delle famiglie separate sono tristi, in un’equazione che sembra uscita da uno spot degli anni ‘50
Ci risiamo con gli spot pubblicitari che finiscono per essere dei veri e propri stereotipi di vari aspetti della società. Questa volta lo zampino è di Esselunga, che ha voluto raccontare la storia di una famiglia separata. I protagonisti? Una pesca e una bambina.
La vediamo all’inizio della pubblicità mentre sparisce dalla vista della mamma che la cerca per tutto il supermercato fino a trovarla – con espressione sconsolata – al banco frutta, con una pesca in mano che vuole acquistare a tutti i costi.
Lo spot prosegue, ma l’umore della bambina non cambia. Senza dire una parola, osserva la pesca passare sul rullo della cassa e poi tace per tutto il tragitto di rientro a casa in auto, senza mai replicare alle domande della mamma. Il motivo? Vede sul marciapiede una classica famigliola felice da “Mulino Bianco” con mamma, papà e figlio in monopattino, mentre lei è sola con la mamma e del papà non c’è traccia.
La bambina che tenta in ogni modo di far riconciliare mamma e papà
Finalmente, verso metà pubblicità, la vediamo divertirsi e ridere con la mamma mentre giocano insieme. Suona il campanello e al citofono c’è papà che non è tornato dal lavoro per ricongiungersi con la famiglia, ma è arrivato per trascorrere la giornata con la figlia.
La bimba a quel punto corre a prendere il suo zainetto, abbraccia la mamma e scende felice dal papà. Una volta giunti in auto, ecco che la sentiamo parlare per la prima volta. Riappare anche la famosa pesca, l’altra protagonista dello spot, che la piccola tira fuori dallo zaino.
E qui arriviamo al punto più emblematico della pubblicità, quello che avrebbe voluto essere commovente, ma risulta stucchevole. La bimba dice infatti al papà che questa “te la manda la mamma”, segno evidente che spera così con questo piccolo gesto di far riallacciare i rapporti tra loro.
Il papà, quasi illuso che la mamma veramente voglia mandargli un regalo ma anche un po’ per far contenta la figlia, replica: “Allora dopo chiamo la mamma per ringraziarla”.
Una frase accolta con un ghigno di felicità dalla bimba, prima che il tutto si concluda con il più classico degli sguardi sognanti verso l’alto da parte dell’uomo che però vede la finestra della sua (probabilmente) vecchia casa chiusa, senza l’ex moglie che lo guarda altrettanto sognante in attesa di una riconciliazione.
Le famiglie unite sono felici, quelle separate no
Seppur l’intento possa sembrare benevolo, con il claim che ci ricorda che “Ogni spesa è importante” (anche quella per una singola pesca), siamo di fronte ad un esempio di tentativo di suscitare tenerezza (ma sarebbe meglio dire pietà) per i più piccoli, che pagano il prezzo più alto nella separazione dei genitori. I primi a sollevare tali obiezioni sono stati i nostri colleghi di aesteticasovietica, con un lungo post in cui hanno analizzato criticamente punto per punto le tematiche emerse nello spot.
L’equazione è delle più classiche: le famiglie unite sono felici, le famiglie con genitori separati rendono i bambini tristi e vogliosi di avere di nuovo mamma e papà insieme. Ed ecco che si fa leva proprio su questi ultimi, instillando in loro il senso di colpa di chiedersi: “Davvero i miei figli sono così tristi a causa mia?”.
Insomma, ancora una volta si vuole far credere che sia meglio essere uniti a tutti i costi, anche quando ormai le tensioni coniugali sono enormi e insuperabili pur di far contenti i figli. Quando, in realtà, i primi a soffrire di continue liti e di vedere mamma e papà tristi ed arrabbiati sono proprio loro. Ma guai ad andare contro lo stereotipo della famiglia unita per forza e dunque “felice”.
E infine quello sguardo, cui già abbiamo accennato, del papà rivolto verso casa dell’ex moglie nella speranza che lei sia lì a salutarlo con la manina e un sorriso. Ma lei non c’è e, più o meno consapevolmente, emerge una subdola verità: è lei che non lo vuole più, la classica donna che ha abbandonato il marito ancora innamorato per giunta rendendo la figlia triste e chiusa in se stessa. Un mix di stereotipi e falsità di cui, francamente, potevamo fare volentieri a meno nel 2023.
Lo spot ha fatto parlare sui social, con l’hashtag di Esselunga schizzato in trend topic su X (ex Twitter). Da una parte molti concordano con una visione stereotipata delle famiglie separate e non hanno apprezzato questo generalizzare.
Ma altri sono rimasti estremamente toccati dal breve filmato, sostenendo come la catena di supermercati abbia fatto breccia nel loro cuore, rappresentando come ben pochi altri il divorzio dal punto di vista dei figli piccoli.
Non è mancato chi si è rivisto in questa bimba, consapevole di aver attraversato le stesse problematiche.
Ti potrebbe interessare anche:
- Il nuovo spot sessista dell’acqua Uliveto sembra uscito dagli anni ’60 ed è uno schiaffo a tutte le donne
- Lo spot di Control prova a infrangere tabù e stereotipi sulle mamme (ma non lo vedrete mai)
- Lo spot Regina che promuove asciugamani usa e getta al posto degli strofinacci è uno schiaffo alla cultura del riuso (oltre che greenwashing)