Più un nome diventa popolare e più tendiamo a scartarlo quando si tratta di assegnarlo ai figli e agli animali domestici che stiamo per accogliere in famiglia. Per loro non andiamo a passo con le mode, ma preferiamo scegliere nomi significativi come dimostra uno studio
Mentre facciamo i salti mortali per acquistare l’ultimo modello di cellulare o il campionario della nuovissima collezione estiva omologandoci agli altri, nella scelta dei nomi per i figli o per gli animali domestici tendiamo a differenziarci, optando per quelli meno comuni fino alle razze canine più inusuali.
A rivelarlo è uno studio condotto dalla University of Michigan e pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour che analizza la selezione dipendente della frequenza e il suo ruolo nella cultura globale. Tale processo ci porta a copiare una certa variante, indipendentemente dal contenuto, poiché ritenuta popolare e attuale. Nella scelta dei nomi, però, questa selezione non trova posto.
Il biologo evoluzionista Mitchell Newberry, autore principale dello studio, è giunto a questa conclusione esaminando il database della Social Security Administration dove vengono riportati i nomi dei bimbi nati negli Stati Uniti negli ultimi 87 anni.
L’esperto ha notato che se un nome è più raro allora tende a crescere mediamente con un tasso dell’1,4% all’anno. Se però un nome è invece più comune, più di 1 su 100 nascite, allora la sua diffusione diminuisce in media all’1,6%.
Questo perché siamo spinti da una volontà all’anti-conformismo che può avere diverse spiegazioni di fondo. Le preferenze in primis, l’originalità nell’inventare un nome, il credo nella scelta di alcuni nomi religiosi di nicchia e così via.
Basti pensare a come usiamo milioni di nomi diversi per riferirci alle persone, ma usiamo quasi sempre la stessa parola per riferirci al baseball. Per le parole, c’è pressione per conformarsi, ma il mio lavoro mostra che la diversità dei nomi deriva da pressioni contro il conformismo, ha affermato Newberry.
Lo stesso avviene quando dobbiamo assegnare un nome al nostro nuovo amico a quattro zampe o adottarne uno di una razza specifica.
Questo spiegherebbe come mai i boom di alcune razze negli Stati Uniti, come levrieri e Rottweiler negli anni ’90, siano stati seguiti da periodi di declino per i suddetti tipi in cui i proprietari di animali domestici hanno cercato razze più rare.
Newberry sottolinea che la selezione dipendente della frequenza sia comunque indispensabile per le specie viventi, ma l’esame delle tendenze può essere un interessantissimo indicatore per comprendere più a fondo il cambiamento ecologico ed evolutivo delle culture del mondo.
Fonte: Nature Human Behaviour
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