Solidarietà ai colleghi giornalisti, fermati e perquisiti mentre documentavano una protesta di “Ultima Generazione”

Tre giornalisti sono stati bloccati dalla polizia mentre facevano il loro lavoro, documentando un'azione di "Ultima Generazione": cosa sta accadendo alla libertà di stampa nel nostro Paese?

Sono tempi molto bui per la libertà di stampa e la libertà di espressione, due diritti inviolabili e tutelati dalla nostra Costituzione (art. 21), ma non sempre garantiti nei fatti.

Come è accaduto ieri a Roma, a margine di una manifestazione di Ultima Generazione, quando tre giornalisti  sono stati fermati dalla polizia, perquisiti e trattenuti per diverse ore in una cella di sicurezza – mentre stavano svolgendo il loro lavoro.

Cosa è successo?

Ieri mattina Angela Nittoli (videomaker de Il Fatto Quotidiano), Massimo Barsoum (fotografo del Corriere della Sera) e Roberto Di Matteo (videomaker freelance) avrebbero dovuto seguire e documentare una protesta del movimento Ultima Generazione.

Come sempre accade quando ci sono azioni del gruppo, tutti i giornalisti erano stati invitati ad incontrarsi davanti a un luogo prestabilito senza sapere quale sarebbe stata la destinazione della protesta né come questa si sarebbe svolta.

I tre giornalisti fermati si erano mossi a piedi in direzione della protesta, quando sono stati bloccati da una decina di poliziotti fra agenti in divisa e agenti in borghese.

Subito si sono identificati come giornalisti, mostrando i documenti e il tesserino di iscrizione all’Ordine, ma questo non è bastato agli agenti, che li hanno bloccati e portati in commissariato.

Lì sono stati perquisiti e trattenuti per alcune ore in una cella di sicurezza, come fossero stati criminali pericolosi. Addirittura, la collega Angela Nittoli è stata costretta ad usare il bagno senza poter chiudere la porta, scortata da una poliziotta.

Solo alcune ore più tardi gli agenti hanno restituito i documenti ai giornalisti e hanno permesso loro di lasciare il commissariato.

Intanto, però, la protesta di Ultima Generazione era già conclusa e i colleghi non hanno così potuto svolgere il lavoro di documentazione e ripresa come avrebbero dovuto.

Il comunicato della Questura

Alla denuncia fatta dai tre giornalisti, anche a mezzo stampa e via social, ha risposto in serata la Questura con una nota, riportata da Il Fatto Quotidiano:

All’esito di una verifica sulle identificazioni effettuate nel pomeriggio nei pressi di via Flavia, il personale intervenuto ha relazionato che i soggetti sul posto non hanno dichiarato o dimostrato di essere giornalisti.

Nello stesso momento nella zona di via Veneto dove era in corso un imbrattamento, altri appartenenti all’ordine dei giornalisti, dopo aver esibito il tesserino professionale, hanno continuato a fare regolarmente il proprio lavoro senza esser sottoposti ad alcun ulteriore controllo.

Insomma, secondo le autorità tutto il malinteso si è generato dal fatto che i tre giornalisti non si fossero identificati come tali – cosa smentita con fermezza da tutti e tre.

Solidarietà e sdegno

La notizia di questo ennesimo “bavaglio” alla libertà di stampa (altri casi di blocco preventivo della libertà di stampa sono avvenuti a Messina e poco più di un mese fa a Padova, sempre in occasione di un’azione di “Ultima Generazione”) è stata accolta con sdegno e rabbia.

Questo episodio mi fa avere paura per il futuro – denuncia il freelance Roberto Di Matteo in un video diffuso proprio da “Ultima Generazione” – perché non sono il primo giornalista che denuncia questo clima di controllo e di repressione dell’informazione.

Anche noi della redazione di greenMe ci uniamo alla preoccupazione dei colleghi di fronte a questi eventi che hanno il sapore amaro della censura preventiva, ricordando che sulla nostra Carta Costituzionale c’è scritto:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Essere giornalisti significa innanzitutto osservare e raccontare i fatti, e il tesserino che abbiamo in tasca è l’unica arma che abbiamo per difendere il nostro diritto/dovere a svolgere il nostro lavoro.

La petizione

Vicino all’azione dei giornalisti e degli organi di stampa, il collettivo Ultima Generazione ha lanciato una petizione per chiedere a tutte le forze politiche di condannare i recenti atti di limitazione della libertà di cronaca.

La nostra democrazia sta affrontando una crisi spaventosa, ed il tentativo di incrementare le pene contro i giornalisti non risolverà il problema delle fake news e della disinformazione.

Tutto questo avviene e aggrava un contesto in cui chi si occupa di crisi climatica sta già assistendo a forti pressioni e limitazioni alla libertà di informazione.

Lo abbiamo visto con intimidazioni, perquisizioni e multe ai giornalisti che documentano le azioni nonviolente di protesta di Ultima Generazione.

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