In Sri Lanka, l'elezione di Sirimavo Bandaranaike (1916-2000), la prima donna al mondo a ricoprire il ruolo di primo ministro. Leader dello Sri Lanka Freedom Party (SLFP), durante i suoi tre mandati (dal 1960 al 1965, dal 1970 al 1977 e dal 1994 al 2000) ha segnato la storia politica del suo paese, guidandolo nel percorso di decolonizzazione e ricostruzione post-coloniale. Il 21 luglio 1960 presta giuramento: è la prima donna al mondo a essere eletta primo ministro
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Sensibile sin da adolescente alle tematiche sociali e alla protezione delle classi meno abbienti e fervente nazionalista dalle idee social-democratiche, ha fatto ingresso nella scena politica singalese nel luglio 1960, subentrando a suo marito, eletto primo ministro dello Sri Lanka il 12 aprile 1956 e assassinato tre anni dopo da un monaco buddista.
Sirimavo Ratwatte Dias Bandaranaike nasce a Ratnapura, nell’isola di Ceylon (l’attuale Sri Lanka) il 17 aprile 1916 in una famiglia aristocratica che rappresentava l’élite del suo paese. Di religione buddista, frequenta scuole cattoliche e parla sia singalese che inglese. Completati gli studi a 19 anni, si dedica al volontariato locale e si impegna ad innalzare gli standard di vita delle donne dei villaggi rurali singalesi. La sua intensa attività solidaristica la porta a diventare tesoriera della Social Service League, incarico che manterrà fino al 1940.
Sirimavo Bandaranaike, born #OnThisDay in 1916, was the world’s first woman prime minister.
Today, women are Heads of State or Government in only 22 countries (as of 1 January 2021). pic.twitter.com/UMo3O5g4xR
— UN Women (@UN_Women) April 17, 2021
Il legame con Solomon Bandaranaike
Una fase decisiva della sua vita personale e politica è il matrimonio con Solomon West Ridgeway Dias Bandaranaike (S.W.R.D.), un avvocato formatosi a Oxford ed eletto nel 1931 nel neo-costituitosi Consiglio di Stato dello Sri Lanka. Convolano a nozze il 2 ottobre del 1940, in quello che i giornali dell’epoca considerano il “matrimonio del secolo”. Da quel momento in poi, Sirimavo Bandaranaike diventa consulente del marito su molte questioni di interesse pubblico. La coppia mette al mondo due figlie, Sunethra (1943) e Chandrika (1945), e un figlio, Anura (1949).
Nel 1951 spinge il marito a dimettersi da membro del partito di governo, di orientamento filo-occidentale, lo United National Party (UNP) e a fondarne uno nuovo, lo Sri Lanka Freedom Party (SLFP). In qualità di leader dell’opposizione, nel 1952 Solomon West Ridgeway Dias Bandaranaike entra in Parlamento e alle elezioni del 1956 raggiunge la vittoria elettorale con la coalizione Mahajana Eksath Peramuna (MEP). Con l’elezione a primo ministro dello Sri Lanka, Sirimavo Bandaranaike gli garantisce pieno sostegno, morale e politico.
L’assassinio di S.W.R.D.
Purtroppo, una tragica vicenda sconvolgerà il percorso di Sirimavo Bandaranaike: il 25 settembre del 1959 il marito viene assassinato da un monaco buddista, Talduwe Somarama, il quale accusa il governo singalese di non aver sufficientemente supportato la medicina tradizionale. Quindi si apre una crisi di governo senza precedenti, che porterà allo scioglimento della coalizione MEP. Il nuovo premier è Dudley Senanayake, ma il suo governo è fragile e dura poche settimane.
L’ascesa politica
Nel maggio 1960, Sirimavo Bandaranaike viene eletta all’unanimità presidente dello Sri Lanka Freedom Party (SLFP). Ecco che inizia la sua vera carriera politica, culminata il 21 luglio 1960, quando Sirimavo Bandaranaike presta giuramento come la prima donna al mondo ad essere eletta primo ministro e ottiene anche la carica di ministro della Difesa e degli Affari esteri.
Sirimavo Bandaranaike was the world's first non-hereditary female head of government in modern history.
She served as the Prime Minister of Sri Lanka for three terms spanning four decades. https://t.co/PKb1xTBmqG pic.twitter.com/rU4RhWISl9
— Wikipedia (@Wikipedia) March 2, 2020
Bandaranaike non abbandona le politiche economiche socialiste del marito, adotta una politica estera neutralista e intende riformare radicalmente l’ex colonia britannica, con l’obiettivo di trasformarla in una repubblica socialista.
Promuove opere di nazionalizzazione e investimenti su istruzione, industria, media e commercio. Bandaranaike sancisce l’abbandono dell’inglese come lingua amministrativa, sostituendolo con il singalese e il Buddismo, la religione maggioritaria nel paese, ben presto assume una fondamentale importanza a livello statale/istituzionale.
La crisi economica, il filo-marxismo e la fine del primo mandato
Nel frattempo, tuttavia, Bandaranaike si trova ad affrontare una difficile congiuntura economica: l’inflazione, l’elevata disoccupazione e, non da ultimo, la polarizzazione tra le popolazioni singalesi e tamil a causa delle politiche di marcato stampo nazionalista aggravano la già drammatica situazione. Nel 1964 la premier coopta nel suo governo il partito marxista (Lanka Sama Samaja Party), storicamente all’opposizione; una scelta impopolare, che erode la sua base di consenso e le fa perdere le elezioni del 1965 dopo aver sventato un colpo di stato nel 1962.
Un mix di radicalismo, socialismo e nazionalismo
Durante il suo secondo mandato (1970-1977), sposa le posizioni della sinistra più radicale. Costituisce lo United Front con i marxisti e altri gruppi politici di sinistra, vincendo le elezioni legislative del 1970 grazie al decisivo voto della popolazione rurale. Le tensioni socio-politiche restano alte e nel 1971 è costretta a reprimere un’insurrezione organizzata da giovani radicali.
Attua estese riforme agrarie, restringe ulteriormente gli spazi e le opportunità per il libero commercio e nazionalizza altre industrie-chiave del paese, spingendo lo Sri Lanka in una grave stagnazione economica, risultando inefficaci i tentativi di potenziamento del welfare e di redistribuzione del reddito.
Inoltre, recide in maniera ancora più netta i legami dello Sri Lanka con l’ex potenza colonizzatrice, la Gran Bretagna, per avvicinarsi agli Stati comunisti (la Cina in primis) e proclama una nuova Costituzione socialista nel suo paese. Nel 1972 lavora alla nuova Carta costituzionale e alla creazione della Repubblica presidenziale dello Sri Lanka. Nel 1975 getta le basi per l’istituzione del ministero per le Donne e i Bambini dello Sri Lanka. È proprio Bandaranaike ad avere l’onore di nominare la prima donna ministro del governo dello Sri Lanka.
Il terzo mandato
Nel 1980, accusata di abuso di potere durante il suo mandato, viene messa in ginocchio, privata dei diritti civili e politici per 7 anni. Ciò nonostante, nel 1986 Bandaranaike torna alla guida del suo partito e continua la sua traiettoria politica come leader dell’opposizione dal 1989 al 1994. Proprio nel 1994, sua figlia Chandrika Bandaranaike Kumaratunga, vince le elezioni presidenziali e Sirimavo Bandaranaike viene nominata primo ministro per la terza volta. Nel 1995 lancia una campagna contro i separatisti tamil e resterà in carica fino alle sue dimissioni, nell’agosto 2000.
L’eredità politica
Sirimavo Bandaranaike muore per un attacco di cuore il 10 ottobre del 2000, a Kadawatha, di rientro nella capitale Colombo, dove risiedeva. Si era appena recata alle urne per votare alle elezioni parlamentari, che si erano tenute quello stesso giorno. Lo Sri Lanka proclama due giorni di lutto nazionale. Il suo funerale viene celebrato a Horagolla, dove viene sepolta nel mausoleo originariamente eretto per il marito.
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Fonti: SirimavoBandaranaike.com/Britannica.com
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