Non c’è tregua, non c’è pace, non c’è più un posto sicuro dove rifugiarsi. In Siria si continua a morire sotto le bombe per strada, a scuola, nei mercati, negli ospedali e la tensione tra Usa e Russia non accenna a diminuire.
Non c’è tregua, non c’è pace, non c’è più un posto sicuro dove rifugiarsi. In Siria si continua a morire sotto le bombe per strada, a scuola, nei mercati, negli ospedali e la tensione tra Usa e Russia non accenna a diminuire.
Non c’è pietà per nessuno, uomini, donne, bambini. L’ennesimo bombardamento aereo su Aleppo est, controllata dagli insorti antigoverno ha provocato, secondo fonti locali citate dall’Aleppo Media Center, la morte di 15 civili per mano di raid russi o governativi siriani che hanno colpito il mercato ortofrutticolo di Firdwas.
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Ieri era toccato alla scuola elementare della città di Daraa dove cinque bambini sono morti e altri 15 di età compresa tra i 4 e i 16 anni sono rimasti feriti. “La situazione è talmente tanto precipitata che ormai i più piccoli rischiano la vita ovunque, anche a scuola, un luogo in cui dovrebbero sentirsi protetti”, spiegano dall’Unicef.
“Questo attacco arriva a poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico. In un paese fatto di violenza quotidiana, di miseria, ai bambini viene tolto anche il diritto di giocare e di imparare. Chiediamo che tutte le parti del conflitto rispettino gli obblighi internazionali su base umanitaria”, dice ancora Unicef.
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“Death & injury of children in #Syria has become a daily reality" @SingerHanaa on recent school attack in #Daraa https://t.co/g1ejHVGqcB
— UNICEF (@UNICEF) 13 ottobre 2016
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, l’11 e il 12 ottobre almeno 71 civili sono morti sotto i bombardamenti dell’aviazione russa e siriana sulla parte della città siriana controllata dai ribelli. Dopo qualche giorno di tregua, quindi, si sono susseguiti una ventina di bombardamenti.
Ma non ci sono buone notizie, secondo gli analisti sono aumentate le probabilità che si arrivi a un vero e proprio scontro militare tra Mosca e Washington in Siria.
Dominella Trunfio