Un grande passo in avanti per lanciare un segnale importante contro il problema della violenza sulle donne e dei femminicidi, con la Sicilia che presenta uno dei tassi più elevati in Italia
In Sicilia è stata approvata una nuova legge stralcio alla finanziaria che prevede l’assunzione, tramite chiamata diretta e personale, delle donne vittime di violenza di genere che abbiano riportato deformazioni o sfregi permanenti al viso.
La normativa si estende anche ai figli orfani a causa di un femminicidio in famiglia. Questa iniziativa, ispirata alla pratica già esistente per le vittime di mafia, è stata frutto di un accordo bipartisan ed è stata approvata il 9 gennaio dall’Assemblea regionale siciliana.
La legge si propone di facilitare l’inserimento lavorativo delle donne colpite da violenza di genere, offrendo loro opportunità di lavoro attraverso la Regione, i Comuni, gli enti locali, le aziende sanitarie e gli enti o gli istituti dagli stessi vigilati.
Una misura che è un primo passo importante per affrontare il problema della violenza sulle donne e cerca di contrastare il continuo aumento dei casi di femminicidio nella regione. La Sicilia, secondo i dati, presenta infatti uno dei tassi più elevati di femminicidi nel Paese.
Gli orfani di femminicidio spesso si ritrovano senza genitori
La legge è parte di una manovra più ampia che prevede una spesa complessiva di oltre un miliardo di euro, inclusa nella legge di stabilità regionale e nel bilancio della Regione. Nella relazione tecnica alla norma approvata si legge:
La presente proposta nasce della necessità di lavorare sia sul fattore culturale che sulla cosiddetta percezione del problema concernente la violenza sulle donne, considerato il continuo aumento delle vittime di femminicidio nel territorio regionale. Si tratta di un primo tassello utile all’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, con danni permanenti e visibili, ma anche dei figli orfani di madre, a causa di femminicidio.
Un’iniziativa che è stata accolta con favore dalle associazioni che si occupano di violenza di genere. Per Anna Agosta, presidente del centro antiviolenza Thamaia di Catania che è partner del progetto Respiro che si occupa degli orfani di femminicidio, si tratta di un “segnale molto importante da parte della Regione”.
Una norma che rappresenta “un ulteriore passo culturale, di condanna della violenza maschile”. Qualcosa di molto importante soprattutto per gli orfani che vivono una situazione molto complessa avendo perso la madre e spesso anche il padre proprio perché autore del crimine.
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