La siccità fa riemergere dal Po una bomba inesplosa della II guerra mondiale. Evacuate 3mila persone per farla brillare in sicurezza

La siccità nel nostro Paese, a dispetto di chi pensa che non sia così grave, ha addirittura fatto riemergere una bomba inesplosa risalente alla Seconda guerra mondiale: sì, perché il livello delle acque del Po è così basso da restituire questo residuato bellico sommerso. L'ordigno è stato prontamente disinnescato da esperti militari

Il nostro fiume Po ci ha restituito una bomba inesplosa risalente alla Seconda guerra mondiale. E non per un caso, ma a causa del livello preoccupante delle sue acque: la siccità è davvero grave e questa è solo l’ultima prova piuttosto evidente. Il dispositivo è stato già disinnescato da esperti militari.

La bomba, del peso di 450 kg, era stata scoperta da alcuni pescatori lo scorso 25 luglio nei pressi del villaggio settentrionale di Borgo Virgilio, vicino alla città di Mantova e nei giorni successivi era stata verificata dagli esperti. Che poi hanno eseguito un’esplosione controllata che l’ha disattivata definitivamente.

In particolare gli ingegneri hanno rimosso la miccia dal dispositivo, che era di fabbricazione statunitense, che secondo l’esercito conteneva 240 kg di esplosivo. Quindi gli artificieri, scortati dalla polizia, hanno trasferito l’ordigno in una cava nel comune di Medole a circa 45 km di distanza, dove è stato distrutto.

Ma non è stata un’operazione semplice e per sicurezza circa 3.000 persone che vivono nelle vicinanze sono state evacuate, lo spazio aereo dell’area chiuso e la navigazione lungo quel tratto del corso d’acqua, nonché il traffico su una linea ferroviaria e sulla strada statale nelle vicinanze, sospesi.

La bomba è stata trovata dai pescatori sulla sponda del fiume Po a causa dell’abbassamento del livello dell’acqua provocato dalla siccità

spiega a Reuters il colonnello Marco Nasi

La situazione del Po è gravissima ed è lo specchio della peggiore siccità degli ultimi 70 anni, tanto che all’inizio di luglio 3 regioni settentrionali del nostro Paese avevano dichiarato lo stato di emergenza (Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia).

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Nel luglio del 2006 il minimo di portata mensile del fiume ammontava a 237 metri cubi al secondo e all’epoca la situazione fu considerata già molto grave, ma purtroppo quest’anno è decisamente peggiorata.

In questo mese di luglio tale valore, infatti, registrato a Pontelagoscuro (ultimo rilevamento prima del delta) è risultato pari a 160,48 metri cubi al secondo, il 32,29% in meno e quest’anno  (lo scorso 24 luglio) è stato toccato anche il nuovo record di portata minima, con soli 104,3 metri cubi al secondo (dati dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche).

E c’è chi dice ancora che la siccità non sia poi così preoccupante.

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Fonte: Reuters

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