Shamima Begum, la sposa bambina dell’Isis, non potrà tornare in UK

Shamina Begum, sposa bambina dell’Isis, non potrà tornare nel Regno Unito. Lo ha decretato la Corte Suprema

Shamima Begum, sposa bambina dell’Isis, non potrà tornare nel Regno Unito, Paese dove è nata e cresciuta ma di cui ha perso la cittadinanza. Lo ha decretato la Corte Suprema, rovesciando la sentenza dello scorso luglio. La ragazza, ora ventunenne, non potrà dunque rientrare a casa. Ma chi è Shamina Begum e perché questa decisione?

La storia di questa ragazza parte quando lei e due coetanee (Kadiza Sultana e Amira Abase), allora 15enni, fuggono da Londra la mattina del 17 Febbraio 2015 con un volo della Turkish Airlines per unirsi ai miliziani del Califfato in Siria. La giovane però viene catturata per finire in un campo profughi della zona, dove – riporta la BBC – avrebbe anche avuto 3 figli, tutti morti di malattia e stenti.

Purtroppo non è un caso: una delle strategie documentate dell’ISIS è la “recluta” di giovani donne occidentali, sinceramente convinte della bontà della causa e animate da spirito di solidarietà. L’arrivo però sul luogo le espone a realtà di guerra e sofferenza, da cui non sempre è facile liberarsi a quel punto.

Perché il Regno Unito ha revocato la cittadinanza a Shamina Begum

Shamima viene ritrovata a febbraio 2019, segnando da un lato una gioia per la famiglia, dall’altra la decisione di revoca della cittadinanza UK per ragioni di sicurezza. La giovane era infatti divenuta parte delle milizie del Califfato, configurandosi agli occhi della legge UK come terrorista internazionale.

Nel Regno Unito è possibile infatti chiedere la revoca della cittadinanza di qualcuno al Ministro degli Interni, per i seguenti motivi:

  • Se per “interesse pubblico” se questo non rende la persona apolide
  • Se la persona ha ottenuto la cittadinanza per frode
  • Se le azioni di questa persona possono danneggiare gli interessi del Regno Unito e costui o costei può rivendicare la cittadinanza altrove

La Begum è stata privata della cittadinanza sulla base dell’interesse pubblico e nel febbraio 2020 un tribunale stabilisce che la rimozione della cittadinanza della ragazza è legale perché “cittadina del Bangladesh per discendenza” (quindi non apolide). Il Bangladesh, però, nega questa affermazione e dichiara che non avrebbe permesso a Shamima di entrare nel Paese. Da qui una causa legale.

La giovane presenta infatti ricorso, decisa ormai a tornare alla sua vita di prima, accolto lo scorso luglio, quando la Corte di Appello stabilisce che Shamima ha diritto ad entrare in UK per difendersi. Purtroppo però non finisce qui e in appello la Corte Suprema annulla la sentenza: la ragazza non può tornare a casa, per “significativi rischi per la sicurezza nazionale”.

shamina begun rientro uk

©AnsaFoto

Perché la Corte Suprema ha ribaltato l’iniziale sentenza

Quattro gli errori commessi dalla Corte di Appello che aveva accolto il ricorso, evidenziati da Lord Reed, Presidente della Corte Suprema del Regno Unito:

  1. “L’appello della sig.ra Begum contro la decisione LTE (“Leave To Enter”, “Lasciar Entrare”, N.d.R.) poteva essere presentato solo sulla base del fatto che la decisione era illegale ai sensi della sezione 6 dello Human Rights Act 1998 – si legge sulla sentenza definitiva – Poiché la sig.ra Begum non ha avanzato tale argomento dinanzi alla Corte d’Appello, il suo ricorso contro la decisione LTE avrebbe dovuto essere respinto”. In altre parole la ragazza non ha presentato il ricorso per i motivi “giusti”;

  2. Non è la Corte di Appello che può valutare i requisiti di sicurezza nazionale, perché il Parlamento ha dato questo potere al Segretario di Stato
  3. Il diritto di un individuo ad avere un giusto processo non può prevalere sulla sicurezza nazionale:
  4. La Corte d’Appello ha erroneamente trattato la politica dei diritti umani internazionali del Segretario di Stato come se fosse una norma di legge a cui obbedire, ma non è così. Shamima ha presentato infatti ricorso alla SIAC, la Commissione speciale per i ricorsi sull’immigrazione, ma questa può solo limitarsi a rivedere la decisione del Segretario di Stato applicando essenzialmente gli stessi principi che si applicano nel diritto amministrativo. Nel caso specifico il Segretario di Stato non riteneva che privare la ragazza della cittadinanza britannica l’avrebbe esposta a un rischio reale di maltrattamenti e la SIAC non aveva il potere di contraddire questa decisione.

Decisione definitiva?

Maya Foa, direttrice del gruppo per i diritti umani Reprieve, ha detto alla BBC che impedire alla signora Begum di entrare nel Regno Unito resta “uno stratagemma cinico per farla diventare la responsabilità di qualcun altro”.

“Come molte delle sue controparti europee, il Regno Unito è più che in grado di portare a casa detenuti britannici in Siria – spiega la Foa – molti dei quali lasciati da adolescenti dopo essere stati trafficati o curati online. Abbandonarli in un buco nero legale – in condizioni simili a Guantanamo – non si allinea con i valori britannici e con gli interessi della giustizia e della sicurezza”.

Una decisione della Corte Suprema è però, purtroppo, un macigno.

Fonti di riferimento: BBC 26.02.2021 / BBC 26.02.2021 approfondimento / Corte Suprema UK / BBC 20.02.2015

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