Senza più voce: la terribile legge che vieta alle donne in Afghanistan di parlare e avere il volto scoperto

Sono trascorsi tre anni da quando i talebani hanno preso il controllo dell'Afghanistan. Sono passati dall'insurrezione all'autorità, hanno imposto la loro interpretazione della legge islamica e hanno cercato di rafforzare la loro pretesa di legittimità. E le donne? Ridotte a pura nullità e cancellate dalla vita pubblica

Non puoi più cantare, né recitare, né tanto meno leggere ad alta voce in pubblico se in Afghanistan sei una donna. Muta devi stare, perché non meriti nemmeno di stare a questo mondo. È la legge che lo impone, mica noi miseri mortali. Quella legge islamica che qui i talebani hanno preso e stravolto a loro piacimento, in tre anni di innumerevoli decreti, direttive e dichiarazioni che hanno solo preso di mira donne e ragazze, privandole dei loro diritti fondamentali e sviscerando la loro autonomia.

Era l’agosto del 2021, infatti, quando i talebani (ri)conquistavano Kabul, la capitale dell’Afghanistan, dando inizio al loro regime. Le promesse fatte inizialmente alle donne sono state tutte subito infrante e la loro libertà è stata calpestata da imposizioni discriminanti e terribili.

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L’ultima riguarda la prima legge “sul vizio e sulle virtù” (i talebani avevano istituito un ministero per la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio dopo aver preso il potere), che tra – le altre cose – vieta loro di cantare, recitare o leggere ad alta voce appena promulgata. Ad annunciarlo è lo stesso ministero della Giustizia affermando che la legge era stata approvata dal leader supremo dei talebani, il solitario Hibatullah Akhundzada, che governa per decreto dalla città meridionale di Kandahar.

Inshallah vi assicuriamo che questa legge islamica sarà di grande aiuto nella promozione della virtù e nell’eliminazione del vizio, ha detto il portavoce del ministero Maulvi Abdul Ghafar Farooq.

Cosa prevedono le norme dei talebani, i diritti schiacciati delle donne

Esposte in un documento di 114 pagine e 35 articoli sono la prima dichiarazione formale delle leggi sul vizio e la virtù in Afghanistan dopo la presa del potere. In unico testo sono raggruppate varie norme che limitano ancor di più i diritti delle donne e impongono restrizioni sul loro comportamento, sia in pubblico che in privato. Tra le altre cose la legge stabilisce che:

  • non hanno più la possibilità di cantare, recitare o leggere ad alta voce in pubblico (per i talebani la voce di una donna è un aspetto intimo e deve rimanere privata)
  • le donne debbano coprire il corpo e il viso quando sono in pubblico: “una copertura per il viso è essenziale per evitare tentazioni e tentare gli altri. Gli indumenti non devono essere sottili, stretti o corti”
  • non possano indossare indumenti aderenti o corti
  • non possono viaggiare se non accompagnate da un uomo con cui abbiano un legame di sangue

Secondo il sito web del ministero, la promozione della virtù include la preghiera, l’allineamento del carattere e del comportamento dei musulmani con la legge islamica, l’incoraggiamento delle donne a indossare l’hijab e l’invito alle persone a rispettare i cinque pilastri dell’Islam. Dice anche che l’eliminazione del vizio implica il divieto di fare cose proibite dalla legge islamica.

Il mese scorso, un rapporto delle Nazioni Unite ha affermato che il ministero stava “contribuendo a creare un clima di paura e intimidazione tra gli afgani attraverso editti e i metodi utilizzati per farli rispettare“, sostenendo che il ruolo del ministero si stia espandendo in altre aree della vita pubblica, tra cui il controllo dei media.

Le guerre in Ucraina e Gaza ormai attirano l’attenzione quotidiana della comunità internazionale, ma anche se non “terroristica” in senso stretto come una volta, l’Afghanistan rappresenta la stessa identica minaccia terroristica. Ce ne siamo accorti?

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