Dalle macerie della guerra nascono i fiori. Sentiamo spesso raccontare storie di dolore e tragedia sui campi per i rifugiati siriani. Ma in Giordania, presso il campo profughi di Za’atari, sta nascendo un’oasi di pace in cui si coltivano nuovi germogli di speranza.
Dalle macerie della guerra nascono i fiori. Sentiamo spesso raccontare storie di dolore e tragedia sui campi per i rifugiati siriani. Ma in Giordania, presso il campo profughi di Za’atari, sta nascendo un’oasi di pace in cui si coltivano nuovi germogli di speranza.
L’organizzazione non-profit Save The Children sta insegnando ad alcuni degli 80 mila rifugiati del campo le basi del giardinaggio. Il gruppo sta dando lezioni di orticoltura ai rifugiati siriani che hanno lasciato le loro case durante la guerra civile e si sono diretti in Giordania.
“Il giardinaggio ha permesso loro di fare qualcosa con le proprie mani e ha donato loro un senso di realizzazione. Abbiamo visto un cambiamento incredibile in loro” – ha spiegato Mohanned Abu Farah, insegnante di giardinaggio di Save The Children.
Dare alle persone gli strumenti necessari per essere autosufficienti è sempre un bene, non soltanto per i rifugiati politici. Un giorno, in un futuro non troppo lontano, le nozioni di autosufficienza potrebbero essere utili a tutti.
Agricoltura urbana, coltivazione idroponica e permacultura sono argomenti che ogni bambino dovrebbe imparare a scuola per poterle applicare anche da adulto, non soltanto per la lotta alla sopravvivenza, ma anche per essere in grado di comprendere da dove proviene davvero il cibo salutare.
La speranza è che tra qualche mese, con l’arrivo della primavera e dell’estate, che potrebbero portare con sé scarsità d’acqua, ci sia la possibilità di irrigare comunque orti e giardini, magari grazie ad un sistema per riutilizzare le acque grigie per l’irrigazione. Speriamo che Save The Children abbia pensato anche a questo.
Marta Albè
Fonte foto: savethechildren.org
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