Non esiste solo la guerra in Ucraina: c’è un terribile conflitto di cui nessuno parla che sta dilaniando Armenia e Azerbaijan

La notizia è passata un po' in sordina, ma la scorsa settimana si sono verificati dei sanguinosi scontri fra le truppe dell'Arzebaijan e quelle armene, che hanno causato decine di morti e migliaiai di sfollati. Nel Caucaso meridionale torna l'incubo della guerra, che affonda le sue radici negli anni '90

Mentre gli occhi dei media internazionali sono puntati sulla guerra in Ucraina, si riaccendono i timori per l’inasprimento delle tensioni tra Armenia e Azerbaijan. Al confine tra i due Paesi, infatti, la scorsa settimana si sono verificati diversi scontri sanguinosi, che avrebbero causato quasi 200 vittime e costretto gli abitanti delle zone colpite a lasciare le loro abitazioni.

Ad aprire il fuoco le forze militari dell’Arzebaijan che hanno seminato terrore utilizzando mortai, cannoni e lanciarazzi multipli sul territorio armeno, danneggiando centinaia di case. Il bilancio delle vittime e offensiva è stato molto pesante: 77 soldati arzebaigiani e 135 militari armeni, secondo quanto riferito dalle autorità dei rispettivi Paesi.

A seguo dei violenti scontri avvenuti fra il 13 e il 14 settembre, il difensore dei diritti umani dell’Armenia ha pubblicato un report molto dettagliato, in cui vengono denunciate gravi violazioni dei diritti e dell’ambiente.

“Almeno 7.600 persone, tra cui 1.437 bambini e 99 persone con disabilità, sono state costrette a lasciare le loro case nelle regioni di Gegharkunik, Syunik e Vayots Dzor in Armenia dopo l’ultima aggressione azerbaigiana” si legge nel rapporto straordinario, in cui si parla anche di attacchi deliberati contro giornalisti e perisno ambulanze e asili.

conflitto armenia

@Human Rights Defender’s Office

Per fare luce su quanto accaduto la viceministra armena della Giustizia Kristine Grigoryan ha lanciato un appello all’organizzazione Human Rights Watch, chiedendo l’avvio di una missione.

Adesso il timore degli studiosi di geopolitica è che l’aumento della tensioni fra i due Paesi possano far riaccendere la scintilla di una guerra, che nei fatti non si è davvero conclusa. Ma quali sono le cause di questo conflitto poco conosciuto? E come mai l’Azerbaigian ha deciso di attacare proprio in questo momento? Proviamo a fare un po’ di chiarezza e comprendere le dinamiche.

I motivi dietro le tensioni fra i due Paesi

Le tensioni fra Azerbaigian e Armenia hanno inizio nel 1988, quando l’Armenia – la cui popolazione è a maggioranza cristiana – rivendicava il territorio del Nagorno Karabakh, trasformato da Stalin in una regione autonoma dell’Azerbaijan sovietico.

La situazione precipita negli anni ’90, esattamente nel gennaio del 1992, quando scoppia una vero e proprio conflitto, passato alla storia come la guerra del Nagorno Karabakh. Fino al 1994 le truppe armene e azere hanno combattuto in maniera molto feroce. Il sanguinoso confilitto ha portato alla morte di circa 20mila persone, oltre a causare entinaia di migliaia di profughi.

A seguito cessate il fuoco firmato nel 1994, si è assistito ad un periodo di maggiore stabilità fino a quando nel 2016, quando l’Azerbaigian sferra improvvisamente una massiccia offensiva contro la regione contesa nel corso della cosiddetta Guerra dei quattro giorni di Nagorno Karabakh. A porre fine alle ostilità è l’intervento della Russia e Stati Uniti, ma il periodo di distensione dura poca, visto che gli scontri sono poi ripresi a settembre 2020, con un nuovo attacco da parte delle forze armate azere per riprendere il controllo sulla regione.

La guerra si concluderà dopo una quarantina di giorni (in cui hanno perso la vita oltre 7000 persone) con la sconfitta dell’Armenia. A seguito dell’armistizio firmato nel novembre del 2020 (con la mediazione di Mosca), l’Arzebaijan si è ripreso gran parte del territorio conteso abitato storicamente dalla popolazione armena e le aree adiacenti. Tuttavia, diversi cittadini armeni vivono ancora nel Nagorno Karabakh.

La strategia dell’Arzebaijan

Alla luce di tutte queste vicende, resta da chiedersi come mai l’Arzebaijan abbia approfittato di questo particolare momento storico per lanciare un’offensiva. In realtà le autorità azere hanno descritto l’attacco come una reazione all’attività condotta da alcuni sabotatori armeni. Tuttavia, questa posizione non regge più di tanto.

Appare molto più probabile che l’Azerbaigian abbia voluto agire proprio ora per mostrare la sua supremazia, consapevole del fatto che in questo momento la Russia, storico alleato dell’Armenia, non potrebbe intervinire a difesa della popolazione armena, visto che sta spendendo tutte le sue energie nel conflitto in Ucraina.

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Fonti: Human Rights Defender of the Republic of Armenia/Ministry of Defense of the Republic of Azerbaijan/Osservatorio Balcani Caucaso 

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