Il Comune emiliano che ha scelto di usare lo schwa (ə) nelle comunicazioni istituzionali per essere più inclusivo

A Castelfranco Emilia, l’amministrazione ha proposto l’uso in ambito istituzionale della ‘e’ rovesciata per superare il binarismo di genere.

Si è passati attraverso l’asterico * per includere tutti (tutt*), poi si è arrivati al simbolo ə, lo schwa, al posto della desinenza maschile (tuttə) per indicare un gruppo misto di persone, senza escludere nessuno. Ed è stato subito amore. Tanto che un Comune nel modenese adottato lo schwa persino nelle comunicazioni ufficiali.

Siamo a Castelfranco Emilia e qui, per la prima volta in Italia, l’amministrazione ha pensato di proporre l’uso in ambito istituzionale proprio della ‘e’ rovesciata, il simbolo presente nell’alfabeto fonetico internazionale e utilizzatissimo nell’inglese.

Lo scopo? Superare il binarismo di genere e l’uso del maschile plurale.

Il rispetto e la valorizzazione delle differenze sono principi fondamentali della nostra comunità e il linguaggio che utilizziamo quotidianamente dovrebbe rispecchiare tali principi – si legge in un post dei giorni scorsi. Ecco perché vogliamo fare maggiore attenzione a come ci esprimiamo: il linguaggio infatti non è solo uno strumento per comunicare, ma anche per plasmare il modo in cui pensiamo, agiamo e viviamo le relazioni”.

“Questo – continua – non significa stravolgere la nostra lingua o le nostre abitudini, significa fare un esercizio di cura e attenzione verso tutte le persone, in modo che si sentano ugualmente rappresentate. È un passo importante verso uno dei nostri obiettivi: una società e una comunità inclusive, equa e coesa”.

Voi sareste d’accordo? La scelta non ha fatto a meno di suscitare qualche polemica, tanto che sotto lo stesso post il Comune è stato “costretto” a precisare:

Gentilissimǝ, grazie atuttǝ per i vostri commenti e le vostre considerazioni. Un’iniziativa come quella che questa mattina abbiamo presentato in questopost ha senza dubbio un valore‘simbolico’ e, se non accompagnata da azioni concrete e quotidiane, non sarà mai sufficiente a rendere la nostra comunità pienamente inclusiva. È però evidente che, come in tanti altri ambiti, anche le azioni simboliche abbiano la loro importanza e costituiscano un fondamentale punto di partenza per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti”.

Questione di “azioni simboliche”, certo. Ma, perché no, se serve anche una cosa che sembra superficiale a meditare anche solo per un attimo su come ancora siano forti le differenze di genere in moltissimi ambiti, ben vengano piccolissimi gesti come questo. 

Fonte:Comune di Castelfranco Emilia

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