Non sono serviti gli appelli per tentare di salvarla: la condanna a morte di Samira Sabzian, che aveva ucciso il marito che la maltrattava, è stata eseguita
Nessuna pietà per Samira Sabzian Fard. La giovane è stata infatti impiccata all’alba della mattina del 20 dicembre 2023 nel carcere di Qarchak, in provincia di Teheran in Iran. A nulla sono serviti gli appelli delle organizzazioni non governative e la mobilitazione internazionale promossa dall’ong Iran Human Rights per fermare l’esecuzione.
Questa è stata solo rimandata di una settimana sull’onda della reazione da parte della società civile, ma alla fine la pena di morte è stata eseguita, dando seguito della condanna per l’omicidio del marito, che aveva sposato a soli 15 anni e che la maltrattava.
Samira, arrestata all’età di 19 anni e ora trentenne, è stata accusata di aver ucciso suo marito nel 2014 insieme a due complici, di cui una, la sorella di 14 anni, è stata successivamente rilasciata sotto cauzione. Al momento dell’arresto, la coppia aveva due figli, che sono stati affidati ai genitori del marito.
Samira durante i dieci anni di detenzione aveva scelto volontariamente di non vedere i figli, sperando in un perdono dalla famiglia del marito, ma non ha ottenuto alcuna clemenza dai parenti dell’uomo ucciso. Li ha incontrati solamente ieri per dire loro addio.
È la 18° donna uccisa quest’anno
Il codice penale della Repubblica islamica prevede la pena di morte per omicidio premeditato, come nel caso di Sabzian Fard, attraverso il principio di “qisas’” (rappresaglia, punizione in natura), a prescindere dall’intenzione o dalle circostanze, a causa della mancanza di classificazione nella legge.
Solo la famiglia della vittima può decidere se perdonare, accettare la pena di morte o rifiutarla in cambio di un risarcimento finanziario, la diya (denaro insanguinato). Nel caso di Sabzian Fard, i genitori del marito hanno richiesto l’applicazione della pena capitale.
La vicenda di Sabzian Fard è stata ampiamente ignorata dai media iraniani, ma è stata resa nota da organizzazioni non governative della diaspora iraniana come Iran Human Rights e Hengaw. Amnesty International e diverse figure politiche italiane hanno espresso indignazione per l’esecuzione.
The Islamic Republic hanged #SamiraSabzian today with the whole world as witnesses. Samira was a victim of years of gender apartheid, child marriage, and domestic violence, and today she fell victim to the incompetent and corrupt regime’s killing machine. A regime that has… pic.twitter.com/QUrvIbJVJI
— Mahmood Amiry-Moghaddam (@iranhr) December 20, 2023
La condanna di Sabzian Fard rappresenta la diciottesima esecuzione di una donna in Iran quest’anno, su un totale di circa 800 impiccagioni, secondo dati di Iran Human Rights. Un orrore che non sembra avere fine. Lo scorso anno se ne erano contate 16. Nel 66% dei casi di omicidio noti, le donne sono state condannate per aver ucciso il marito o il partner. All’interno del matrimonio, una donna non ha il diritto di divorziare, nemmeno in caso di violenza domestica e abusi, che sono nascosti nei codici culturali e nel linguaggio. Situazioni insostenibili che spesso portano a decisioni estreme, come quella di Samira.
Fonte: Iran Human Rights
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