Chiediamo giustizia per Samir Flores, l’attivista messicano che lottava contro le lobby fossili

Samir Flores Soberanes non ha ancora giustizia. L'omicidio del 35enne attivista messicano che si batteva contro le lobby delle fossili, non ha colpevoli. Le comunità indigene erano scese in strada per protestare, ma per adesso, l'unica certezza rimane che Samir è stato ucciso barbaramente davanti casa sua. E a un mese dalla sua morte, se ne parla troppo poco.

Samir Flores Soberanes non ha ancora giustizia. L’omicidio del 35enne attivista messicano che si batteva contro le lobby delle fossili, non ha colpevoli. Le comunità indigene erano scese in strada per protestare, ma per adesso, l’unica certezza rimane che Samir è stato ucciso barbaramente davanti casa sua. E a un mese dalla sua morte, se ne parla troppo poco.

L’omicidio risale al 20 febbraio scorso, Samir Flores Soberanes, come ogni mattina alle cinque si preparava per andare a Radio Amiltzinko, l’emittente comunitaria da lui fondata sei anni prima in un piccolo centro dello stato messicano di Morelos. Ma alla radio non c’è mai arrivato perché dei killer a bordo di due automobili lo hanno assassinato davanti casa sua a Amilcingo con due colpi in testa.

Sale così il numero degli attivisti ambientali uccisi per volersi opporre ai grandi progetti delle multinazionali. Samir Flores Soberanes si batteva, infatti, contro un grande progetto energetico che prevedeva: due centrali termoelettriche nella comunità di Huexca, un gasdotto di 160 km per trasportare circa 9 mila milioni di litri di gas naturale per alimentare le due centrali passando attraverso le falde del vulcano Popocatépetl e attraverso le terre di più di 60 comunità degli stati di Tlaxcala, Puebla e Morelos.

E ancora, una linea elettrica di 20 km, un acquedotto che dovrebbe trasportare 50 milioni di litri d’acqua al giorno per le centrali e che passerebbe tra Ayala e Huexca e infine, l’ampliamento e costruzione di diverse autostrade e la riattivazione della ferrovia che unisce Morelos con il Golfo pacifico.

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Tutti progetti che tolgono le terre ancestrali alle comunità indigene che vivono nella zona. L’omicidio è avvenuto tre giorni prima della consultazione convocata dal presidente del Messico Andrés Manuel López Obrador sulla realizzazione della centrale elettrica, i cui lavori sono iniziati nel 2012.

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Foto: Reuters

Chi era Samir Flores Soberanes

Samir Flores Soberanes faceva parte del Fronte dei popoli in Difesa della terra e dell’acqua del Morelos, Puebla e Tlaxcala (Fpdta) ed era un delegato del Congresso nazionale indigeno che si opponeva contro il Proyecto Integral Morelos (Pim), già avviato e del costo di un miliardo di dollari e che secondo la comunità indigena, rischia di avvelenare i corsi d’acqua vitali.

Nello specifico, la costruzione del gasdotto è dell’impresa italiana Bonatti e della spagnola Elecnor. Samir Flores Soberanes Soberanes, contrastava con tutte le sue forze questo progetto e per questo aveva ricevuto minacce di morte e aggressione.

La sua morte, come dicevamo, è avvenuta pochi giorni prima del referendum in cui i nativi, avrebbero dovuto esprimere la loro opinione sulla costruzione energica. Ma dopo la morte dell’attivista messicano, i nativi non hanno dubbi: continueranno la sua battaglia contro le multinazionali che vogliono distruggere la biodiversità e mettono in pericolo la salute umana.

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