Cosa sono le rune? Che funzione avevano nell'antica società germanica e perché si chiamano così? Tutto sull'affascinante alfabeto runico, dai nomi dei singoli caratteri, al significato e alle leggende legate a questi misteriosi simboli che costituiscono la prima attestazione di scrittura delle popolazioni germaniche
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Le rune rappresentano la prima testimonianza scritta diretta delle popolazioni germaniche, una serie che si presenta sotto forma di enigmatiche iscrizioni, la cui maggior parte è stata rinvenuta in Scandinavia.
L’alfabeto runico ha affascinato generazioni per i misteri legati a questi simboli e per la funzione magica che questi hanno rappresentato. Nel corso della storia, in un momento di unità culturale e linguistica, le rune vennero utilizzate per predire il futuro in numerosi rituali sacrali descritti anche da autori latini come Tacito.
Ma cosa sono esattamente le rune? Da dove traggono origine il termine “runa” e questo alfabeto? Quanti tipi di rune esistono e come possono essere lette? Scopriamolo insieme.
Cosa sono le rune?
Le rune sono i simboli dell’alfabeto detto Futhark antico utilizzato dalle civiltà germaniche ossia da quei popoli che hanno avuto una comune origine nell’antichità (come danesi, norvegesi, inglesi, islandesi). Nella società germanica erano probabilmente i sacerdoti a formulare le iscrizioni.
Il compito di incidere i caratteri spettava poi a un’altra figura, la quale scolpiva l’iscrizione su una varietà di oggetti a seconda del messaggio che si intendeva lasciare e l’uso dell’oggetto in questione. Le più antiche iscrizioni runiche risalgono al II-III secolo d.C. e documentano una lingua compatta con pochissime variazioni dialettali.
Sull’origine delle rune vi sono diverse tesi, tre le principali. Secondo gli studiosi l’alfabeto runico potrebbe derivare dall’alfabeto latino sulla base di alcune corrispondenze grafiche e tenendo conto dell’influenza di Roma, da un alfabeto greco arcaico del VI secolo a.C. oppure dagli alfabeti prelatini sulla base di un alfabeto etrusco settentrionale.
Attualmente la tesi più accreditata è quest’ultima “sia per la forma e il valore fonologico di molti segni che per certe coincidenze nell’uso epigrafico” sottolineano i filologi. Via mare e via terra questo alfabeto dell’Italia settentrionale avrebbe oltrepassato le Alpi giungendo nel nord Europa dove sarebbe stato riadattato.
Che vuol dire il nome “runa”?
Il nome “runa” significa “mistero”, “segreto” nelle lingue germaniche antiche e deriva dall’islandese antico run. Oggi, nelle lingue moderne che appartengono al gruppo germanico, è possibile ritrovare questo significato in composti. È il caso di Geraune, che in tedesco moderno può essere tradotto come “sussurro”.
Sulla base del significato del nome “runa” è possibile ipotizzare che le singole rune venissero impiegate un tempo come un codice segreto, un sistema crittografico. I conoscitori delle rune e custodi dei loro segreti facevano parte inizialmente di un gruppo ristretto.
Quante sono le rune?
Le rune che costituiscono la serie del Futhark antico sono 24. Il nume Futhark deriva dai primi 6 caratteri runici. Le 24 rune del Futhark antico sono suddivise in 3 gruppi chiamati aettir, formati da 8 caratteri ciascuno.
Quanti alfabeti runici ci sono?
Oltre al Futhark antico, vi sono il Futhark recente e il Futhork. Il primo venne utilizzato in prevalenza nell’area scandinava e per questo le sue rune sono conosciute anche con il nome di “rune scandinave”. Il Futhark recente è una semplificazione del Futhark antico ed è costituito da 16 caratteri runici.
Si ritiene che questo alfabeto runico presentasse già delle peculiarità tipiche del gruppo delle lingue del germanico settentrionale, a cui appartengono gli idiomi scandinavi. Anche l’utilizzo di questo alfabeto appare diverso e perde il suo carattere elitario.
Il Futhark recente veniva utilizzato per far circolare informazioni di uso comune con un fine più pratico rispetto ai riti sacrali. Sono in Futhark recente liste di materiali, pensieri dedicati ad amici, ma anche i nomi dei proprietari di armi e monili.
Il Futhork è un altro tipo di alfabeto runico diffuso in area anglosassone a partire dal V secolo d.C. Questo alfabeto era formato da 33 segni runici. Iscrizioni in Futhork si trovano principalmente su gioielli e oggetti di piccole dimensioni. Un famoso esempio è il Franks Casket, un cofanetto in osso di balena risalente alla prima metà dell’VIII secolo, conservato oggi al British Museum.
Qual è il significato delle rune?
Ogni runa ha un significato preciso e un nome secondo un principio acrofonico ossia il suono che la runa indica dà il nome alla runa stessa. Questi sono i nomi dei 24 caratteri runici del Futhark antico e i loro significati che racchiudono in sé anche azioni:
- Fehu – bestiame/ricchezza
- Uruz – bue/forza vitale
- Thurisaz – gigante/forza distruttiva. La runa Thurisaz è dedicata al potente dio Thor
- Ansuz – comunicazione. La runa Ansuz è quella del dio Odino
- Raido – carro/viaggio
- Kenaz – energia/trasformazione
- Gebo – dono/unione
- Wujo – gioia/felicità
- Hagalaz – grandine/imprevisti
- Nauthiz – resistenza
- Isa – ghiaccio
- Jera – raccolto/abbondanza
- Ehiwaz – saggezza
- Perth – divinazione/destino
- Algiz – alce/protezione
- Solewu – sole/successo
- Teiwaz – giustizia/coraggio. La runa Teiwaz o Tiwaz rappresenta il dio Tyr
- Berkana – betulla/rinascita
- Ehwaz – cavallo/progresso
- Mannaz – umanità/equilibrio
- Laguz – acqua/inconscio
- Inguz – fertilità
- Dagaz – giorno
- Othila – legame ancestrale
Come si leggono le iscrizioni runiche?
L’alfabeto runico è bustrofedico ossia proprio come i buoi si volgono con l’aratro, le sue rune possono essere lette da sinistra verso destra, dall’alto verso il basso e viceversa. Non esiste un ordine fisso perché tutto dipende dal materiale su cui viene incisa l’iscrizione. Questo rende naturalmente complesso decifrare ogni singola iscrizione runica.
Qual è la runa di Odino?
La runa di Odino è Ansuz. Questa runa fa riferimento al padre delle divinità germaniche e agli dei ancestrali, i quali hanno consegnato agli uomini due doni: il respiro della vita e la capacità di usare la mente. Nei testi germanici giunti in nostro possesso si inoltre fa riferimento a Odino quale inventore di tutte le rune.
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Fonte: Filologia germanica – Maria Vittoria Molinari
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