La storica Route 66, la strada che attraversa gli Stati Uniti d'America da Chicago a Los Angeles, cantata da Nat King Cole, dai Rolling Stones e raccontata da Jack Kerouac nel libro On the Road, torna a far parlare di sè, trasformandosi nella pedana di lancio del progetto Green Roadway.
La storica Route 66, la strada che attraversa gli Stati Uniti d’America da Chicago a Los Angeles, cantata da Nat King Cole, dai Rolling Stones e raccontata da Jack Kerouac nel libro “On the Road”, torna a far parlare di sè, trasformandosi nella pedana di lancio del progetto “Green Roadway“.
È stato infatti sancito l’appoggio della Route 66 Allliance al progetto dai rosei orizzonti, del quale è stata data dimostrazione proprio sul tratto finale della storica Route 66 ad altezza di Santa Monica (California), dove sono stati installati pannelli fotovoltaici per alimentare i veicoli elettrici.
Nato dall’esigenza di abbattere i livelli di CO2 prodotti dalle autostrade americane il Green Roadway Project, si basa su tecnologie esclusive di sviluppo e integrazione di energie alternative.
I suoi fondatori, Gene Fein e Ed Merrit hanno infatti brevettato un sistema basato sull”integrazione di stringhe di moduli fotovoltaici, impianti geotermici e turbine eoliche da installare lungo strade e autostrade e collegare a una “smart grid” (una rete elettrica intelligente), che corre lungo tutto il percorso per alimentare veicoli, stazioni di ricarica e possibilmente anche case ed uffici limitrofi.
La soluzione eco-compatibile, in linea con la politica verde di Obama, non poteva che essere dimostrata e al tempo stesso promossa, su un tratto della Route 66, la strada più famosa d’America!
Jim Conkle, chairman e CEO della Route 66 Alliance ha dichiarato “Siamo molto felici di supportare la fusione tra storia e innovazione. Si può cominciare con la Route 66 e proseguire con tutte le strade e le autostrade del mondo.”
Definita “Mother Road” dal premio Nobel per la letteratura John Steinbeck, la Route 66 ha solcato profondamente non solo la terra, ma anche la storia americana.
Nata nel 1926 e lunga più di 3,000 km, ha subito nel corso degli anni numerose variazioni fino a venire ufficialmente rimossa e rimpiazzata nel 1985 dal nuovo sistema di reti autostradali che tutt’oggi attraversa il paese.
Nonostante la sua scomparsa “su carta” la Route 66 sopravvive nell’immagianario collettivo come l’itinerario unico e storico di chi l’America la vuole davvero toccare con mano.
Per questo motivo la “Route 66 Alliance” si prodiga nel preservare e supportare programmi e progetti mirati alla manutenzione dell’intera lunghezza della storica strada.
Il progetto Green Roadway, si affianca dunque al simbolo della fuga verso un futuro migliore, gettando le fondamenta per il cambiamento sostenibile nelle highways americane, che ad oggi sono una delle principali cause di inquinamento del paese.
Il progetto non solo potrebbe potenzialmente ramificarsi per più di 8 milioni di miglia di highways americane, ma potrebbe creare posti di lavoro e dimostrare una volta per tutte che “sostenibile” può far rima con “profittevole“.
Mirando appunto ad un’espansione concreta, il Green Roadway ha aperto lo scorso 24 Luglio una gara in tutti gli Stati del paese per concedere la licenza ad utilizzare il sistema a un costo che varia da Stato a Stato.
Speriamo dunque di vedere presto l’autostrada del futuro e chissà che la storica Route 66, non si aggiudichi il nuovo nomignolo di The Electric Highway.
Elena Noseda