Sale a 8 il drammatico bilancio delle persone morte a seguito delle proteste scoppiate nella prigione iraniana di Evin, la stessa in cui è rinchiusa anche la giovane italiana Alessia Piperno
Non si placano le proteste in Iran, scoppiate a seguito della morte della giovane Mahsa Amini. Da settimane nelle strade e nelle piazze sono invase da decine di migliaia di cittadini impegnati in manifestazioni contro il regime dittatoriale, che da troppo tempo calpesta i diritti umani, in particolare quelli delle donne.
Mentre la battaglia per la libertà (duramente repressa nel sangue) va avanti in diverse città, anche nel carcere di Evin è esplosa una grande rivolta. Tutto è iniziato lo scorso sabato, quando è divampato un maxi incendio nella struttura penitenziaria di Teheran dove sono rinchiusi cittadini stranieri e dissidenti politici.
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Nelle ultime ore il bilancio è salito a 8 vittime, secondo quanto riportato dalle autorità giudiziarie locali, mentre circa 60 persone sono rimaste ferite. Ad uccidere le 8 persone – che stavano scontando la loro pena per furti e reati finanziati – sarebbe stata la densa nube di fumo.
Al momento non si hanno ancora certezze sulle origini del rogo. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa iraniana IRNA, sarebbe partito da un gruppo di detenuti che ha appiccato il fuoco in un laboratorio di cucito per protesta, che sembra essere collegata alle manifestazoni anti-regime.
Evin non è una prigione normale. Molti dei cittadini migliori e più brillanti dell’Iran hanno trascorso lunghi periodi confinati lì, dove alle donne e agli uomini coraggiosi è negato il diritto fondamentale di dire la verità – denuncia il giornalista iraniano-americano Jason Rezaian – Il regime è responsabile di ciò che accade a coloro che sono all’interno in questo momento.
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Nel carcere di Evin c’è anche la giovane Alessia Piperno, ma sta bene
All’interno della prigione di Evin è detenuta anche Alessia Piperno, la 30enne romana arrestata lo scorso 28 settembre a Teheran, accusata di aver preso parte alle proteste anti-governative. La famiglia ha temuto il peggio per lei, ma fortunatamente la giovane sta bene, come comunicato dalla Farnesina.
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Fonti: Center for Human Rights in Iran/IRNA
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