Questo ristorante in Giappone sensibilizza sul tema della demenza, senza farla apparire come qualcosa di terrificante: tutti sono felici di ricevere un ordine sbagliato
Non è raro che camerieri e cameriere facciano confusione, portino il cibo sbagliato o interpretino male ciò che un cliente ordina. Comportamenti che i clienti mal tollerano, tranne che in un ristorante a Tokyo. Qui, infatti, i commensali si accontentano di ricevere un servizio scadente. Si ordinano ravioli e si riceve zuppa di miso. Si ordina pesce alla griglia e forse si ottiene del sushi.
E no, i dipendenti non vengono licenziati, ma anzi sono assunti proprio per questo motivo. Sono infatti tutti affetti da demenza, che è il requisito principale per ottenere quella posizione. Tutto questo avviene presso il Restaurant of Mistaken Orders, ovvero il ristorante degli ordini sbagliati.
È stato progettato come un pop-up periodico, che si tiene più volte nell’arco di diversi giorni, per sensibilizzare il pubblico su questo tipo di malattia. Qui gli errori umani involontari sono diventati il vero cuore del ristorante, più del pasto stesso. Gran parte delle risate nel locale deriva dalla piacevole sorpresa di vedere cosa viene effettivamente servito, a sorpresa. A volte si può persino ricevere il caffè con la cannuccia.
Da dove è partita l’idea
Shiro Oguni, regista televisivo giapponese, ha fondato questo ristorante per influenzare le prospettive delle persone sull’invecchiamento e sul graduale deterioramento cognitivo. La demenza è un termine ampio che si riferisce al declino della memoria, dell’apprendimento e delle capacità di comunicazione. È causata da diverse malattie, una delle quali è l’Alzheimer.
L’evento inaugurale si è tenuto nel 2017 e da allora è stato replicato regolarmente. Ci sono voluti circa 115.000 dollari di crowd-funding per iniziare poiché ha richiesto un’ampia pianificazione e la collaborazione di vari settori, tra cui professionisti della ristorazione, designer di interni, supervisione dell’assistenza sociale e la partecipazione di organizzazioni che attualmente assistono persone affette da demenza.
L’idea è venuta a Shiro dopo che, durante una visita a una casa di riposo, gli è stato offerto un raviolo invece di un hamburger. Stava per restituire il fagottino quando si è reso conto che questi errori che non lo danneggiavano veramente. Perché non accettare semplicemente ciò che ha ricevuto come segno di rispetto per i problemi che tutti intorno a lui stavano vivendo, come atto di gentilezza e umiltà?
Qui la demenza non viene vista come terrificante, cupa e isolata
Oguni ha cercato di rendere semplice per altri l’emulazione del programma, permettendo la condivisione di ciò che la sua organizzazione ha imparato. Il suo banchetto mobile ha dato il via ad altri progetti simili in Corea del Sud e Australia.
All’interno del ristorante le persone affette da demenza sono allegre, laboriose, disponibili, loquaci e gentili. Nei video creati per documentare il progetto, tutti si divertono. Nei loro abiti semplici, i dipendenti anziani appaiono impegnati e produttivi come chiunque abbia un terzo della loro età. La vera forza del progetto sta nel fatto che, invece di vedere la demenza come terrificante, cupa e isolata, i commensali raccontano l’esperienza come adorabile, divertente, socievole.
Durante uno dei primi pop-up, il 37% delle ordinazioni non era corretto, ma il 99% dei consumatori si è detto soddisfatto della cena. In un evento, uno dei camerieri si è persino seduto con i suoi clienti. Nessuno tra quelli che sono venuti a mangiare è stato infastidito da tutto questo. Sanno cosa li aspetta: umorismo empatico e cabaret improvvisato.
Oguni ha dichiarato che la sua iniziativa non si limita a essere più tollerante e accettante nei confronti delle persone affette da demenza, ma cerca di dimostrare come le persone possano essere compassionevoli gli uni verso gli altri, indipendentemente dai loro difetti.
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Fonte: RESTAURANT OF MISTAKEN ORDERS
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