Secondo l'ONU, obbligare le persone a tornare in paesi in cui i cambiamenti climatici rappresentano una minaccia violerebbe i diritti umani
I rifugiati che fuggono dagli effetti della crisi climatica non possono essere costretti a tornare a casa.
È la decisione storica presa dalle Nazioni Unite, che potrebbe aprire la porta a un flusso di rivendicazioni legali da parte degli sfollati di tutto il mondo.
Il Comitato per i diritti umani dell’ONU ha espresso un giudizio di Ioane Teitiota, il primo profugo a chiedere asilo per i cambiamenti climatici. Teitiota ha chiesto protezione in Nuova Zelanda dopo essere scappato da Kiribati, isola del Pacifico. La vita dell’uomo era in pericolo poiché l’isola dove viveva rischia di scomparire a causa dell’innalzamento del livello del mare.
Kiribati è una delle isole del Pacifico più minacciate dall’innalzamento del livello del mare e, a causa dell’erosione costiera e della contaminazione delle acque dolci, potrebbe diventare inabitabile già nel 2050.
Sebbene il rischio non fosse imminente, il Comitato ha sottolineato che obbligare le persone a tornare in paesi in cui i cambiamenti climatici rappresentano una minaccia violerebbe i diritti umani, secondo gli articoli 6 e 7 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, che garantiscono il diritto intrinseco alla vita di un individuo.
“Dato che il rischio che un intero paese venga sommerso dall’acqua è un pericolo estremo, le condizioni di vita in un paese del genere possono diventare incompatibili con il diritto alla vita con dignità prima che il rischio venga realizzato”, si legge nella decisione del Comitato.
La decisione potrebbe avere un impatto significativo su reclami futuri, visto l’aumento del numero di persone costrette a lasciare le proprie abitazioni a causa dell’intensificarsi dell’emergenza climatica.
Nei prossimi anni si prevede che siccità, diminuzione dei terreni coltivabili e innalzamento dei livelli del mare porteranno decine di milioni di persone a trasferirsi.
Solo in Asia meridionale, Africa sub-sahariana e America Latina sono 143 milioni le persone a rischio di diventare migranti climatici.
Nell’esprimere la sentenza, il Comitato ha sottolineato la necessità di sforzi nazionali e internazionali per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici e accogliere le persone che fuggono dai pericoli legati alla crisi climatica.
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