Diseguaglianze economiche. Per dirne una? Oggi, un amministratore delegato delle 100 società più capitalizzate dell’indice azionario Ftse guadagna in un anno tanto quanto 10mila lavoratori delle fabbriche di abbigliamento in Bangladesh.
Ricchezza globale e diseguaglianze economiche: in tutto il mondo ben 8 (otto) uomini, godono di 426 miliardi di dollari, la stessa ricchezza della metà più povera del pianeta, ossia 3,6 miliardi di persone. E in Italia l’1% più ricco possiede il 25% della ricchezza nazionale. E il bello è che questi dati ce li portiamo avanti da due anni, dal 2015, quando era già chiaro che l’1% dei più facoltosi al mondo possiede quanto il restante 99%.
È questa l’analisi contenuta nel rapporto “Un’economia per il 99%” della ONG britannica Oxfam, diffuso alla vigilia del World Economic Forum di Davos, in Svizzera.
LEGGI anche: DISUGUAGLIANZA SOCIALE: LA RICCHEZZA È NELLE MANI DELL’1% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE (PETIZIONE)
Secondo le nuove stime, che sono state basate su dati migliorati rispetto alla condizione delle fasce di popolazione meno abbienti della Cina e dell’India, la metà più povera di tutto il globo è ancora più povera di quanto non sia stato calcolato in passato. Se questi dati fossero stati disponibili già lo scorso anno, avremmo avuto 9 miliardari in possesso della ricchezza della metà più povera del mondo e non 62.
Il rapporto di Oxfam analizza quanto il divario tra ricchi e resto dell’umanità stia diventando sempre più grosso, spiegando che le multinazionali (si stima che nel biennio 2015/2016 dieci tra le più grandi multinazionali abbiano realizzato complessivamente profitti superiori a quanto raccolto dalle casse di 180 Paesi del pianeta) e i Paperoni continuano ad alimentare la disuguaglianza, facendo anche ricorso a pratiche di elusione fiscale, “massimizzando i profitti anche a costo di comprimere verso il basso i salari e usando il loro potere per influenzare la politica”. Poi appunto c’è il caso che la metà più povera della popolazione mondiale possiede le stesse risorse che sono a disposizione degli 8 miliardari più ricchi del pianeta. Per la rivista Forbes i 8 ricconi sono Bill Gates, Amancio Ortega, Warren Buffet, Carlos Slim, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, Larry Ellison, Michael Bloomberg.
Un orribile divario che però esiste da molto molto tempo: 7 persone su 10 vivono in Paesi dove la disuguaglianza è cresciuta negli ultimi 30 anni. Tra il 1988 e il 2011 il reddito medio del 10% più povero è aumentato di 65 dollari, meno di 3 dollari l’anno, mentre quello dell’1% più ricco di 11.800 dollari, ossia 182 volte tanto. E pensate che, ad oggi, un amministratore delegato delle 100 società più capitalizzate dell’indice azionario Ftse “guadagna in un anno tanto quanto 10mila lavoratori delle fabbriche di abbigliamento in Bangladesh”.
Quanto alle donne, sono loro, ahinoi, ad essere le più svantaggiate, perché trovano prevalentemente lavoro in settori con salari più bassi e hanno sulle spalle la gran parte del lavoro domestico e di cura che non viene retribuito. Se si continua così, ci vorranno 170 anni perché una donna raggiunga gli stessi livelli retributivi di un uomo.
Perché i ricchi sono così ricchi? Beh, via l’idea che sia tutto merito loro. Oxfam ha calcolato che un terzo della ricchezza dei miliardari è dovuta ad eredità, mentre il 43% è dovuta a relazioni clientelari. “Poi c’è l’uso di denaro e relazioni da parte dei ricchissimi – spiega il rapporto – per influenzare le decisioni politiche a loro favore”. Per esempio, in Brasile i cittadini più facoltosi sono riusciti a ottenere dal governo cospicui tagli fiscali in una fase in cui il governo inaugurava un piano ventennale di congelamento della spesa pubblica in sanità e istruzione.
In questo modo, si calcola che nei prossimi 20 anni, 500 persone trasmetteranno ai propri eredi 2.100 miliardi di dollari, somma superiore al Pil dell’India, Paese in cui vivono 1,3 miliardi di persone. “I mega Paperoni dei nostri giorni si arricchiscono a un ritmo così spaventosamente veloce che potremmo veder nascere il primo trillionaire (ovvero un individuo con risorse superiori ai mille miliardi di dollari) nei prossimi 25 anni”.
La situazione in Italia
Secondo i dati del 2016, i primi 7 miliardari italiani posseggono una ricchezza superiore a quella del 30% più povero dei nostri connazionali. L’1% più ricco degli italiani (in possesso oggi del 25% di ricchezza nazionale netta) è oltre 30 volte la ricchezza del 30% più povero dei nostri connazionali e 415 volte quella detenuta dal 20% più povero della popolazione italiana. Quanto al reddito tra il 1988 e il 2011, il 10% più facoltoso ha accumulato un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani.
Per quanto riguarda il reddito tra il 1988 e il 2011, il 10% più ricco della popolazione ha accumulato un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani. E come rilevato da una recente indagine demoscopica di Demopolis per Oxfam Italia sono proprio reddito e ricchezza a rappresentare le due dimensioni in cui i cittadini italiani percepiscono oggi le disuguaglianze più pronunciate.
La petizione
Il rapporto Oxfam è accompagnato da una petizione rivolta ai governi per chiedere una serie di interventi: dallo stop alla concorrenza fiscale al ribasso fino al sostegno di modelli di business orientati non soltanto a massimizzare il profitto, promozione dello sviluppo non solo in base al Pil e indicatori relativi al benessere dei cittadini. FIRMA QUI LA PETIZIONE.
Germana Carillo