A poco più di un anno dall'uccisione di Agitu arriva la sentenza definitiva per il reo confesso
È stata barbaramente assassinata a 42 anni, una vita difficile ma un bellissimo esempio di integrazione: Agitu, la regina delle capre, com’era stata soprannominata, fu uccisa il 29 dicembre del 2020 e ora il reo confesso Suleiman Adams è stato ora condannato a 20 anni.
Poco più che trentenne, Suleiman Adams è in carcere a Trento da quel giorno. Lui lavorava con lei e inizialmente sembrava che l’avesse ammazzata a causa di uno stipendio non corrisposto. Ma in realtà, dicono i fatti, quel giorno Suleiman Adams l’aveva violentata e poi uccisa. Per pura criminalità.
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E ieri, nella sentenza con rito abbreviato del giudice del Tribunale di Trento si è inflitta una pena di 15 anni e 8 mesi per omicidio volontario e di 4 anni e 4 mesi per violenza sessuale.
In più, oltre alla detenzione, il giudice ha stabilito un riconoscimento di 50mila euro per ciascuna parte civile.
Una soddisfazione? Sì. La condanna di un uomo, certo, non è mai cosa leggera, apre tutto un bagaglio di questioni morali che hanno il peso di responsabilità enormi. Ma quando arriva, e la società stabilisce che è imparziale e fondata, è sacrosanto che la giustizia prenda il suo corso. Vero è anche questo: Agitu è stata vero esempio di integrazione e di riscatto personale, nessuna sentenza giuridica potrà ripagare quella tragedia.
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