La storia della piccola Renad Atallah, che cucina e fa videotutorial. La sua passione per il cibo l'ha portata a condividere le sue ricette sui social, un modo per passare il tempo e tenere la mente lontana dalla guerra. E cercare di raccogliere fondi per scappare via da Gaza
Ha solo 10 anni e un unico obiettivo: fare in modo che la sua famiglia e la sua Gaza escano fuori da questo orrore. Per questo la piccola Renad Atallah non stenta a farsi fotografare davanti a un cumulo di macerie. Perché tutti sappiano la non vita che le bambine e i bambini stanno vivendo ora, in questo momento.
Lo fa attraverso i social, l’unico mezzo che ha per scavallare i confini della sua terra e far sentire a tutti i rumori della guerra. Ma si è inventata un modo straordinario, partito come un gioco, ma che adesso le consente di raccogliere un gruzzoletto di fondi (QUI il link per donare) per tirare via la sua famiglia dal genocidio in atto.
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Renad, infatti, cucina e fa videotutorial. La sua passione per il cibo l’ha condotta a condividere le sue ricette sui social (il profilo Instagram è attualmente seguito da più di 800mila persone), un modo per passare il tempo e tenere la mente lontana dalla guerra.
Così, su un tavolino fuori da una tenda a Deir al-Balah, Renad, occhi splendidi e sorriso sgargiante, prepara la “pasta al sugo bianco alla Gaza” e altre prelibatezze. Riempie una pentola con acqua in bottiglia e accende un piccolo bruciatore a propano. Ha una cipolla fresca e un peperone verde, ma usa funghi in scatola per la salsa. Quasi tutti gli aiuti umanitari.
È difficile trovare gli ingredienti, è molto costoso – racconta. E alcuni degli ingredienti non si riescono a trovare.
Uno degli enti di beneficenza che aiuta Renad a trovare gli ingredienti per le sue ricette è Human Concern International, la più antica organizzazione di soccorso musulmana in Canada.
Con le donazioni delle persone, siamo in grado di acquistare questi beni – afferma Hassan Wadi, direttore dello sviluppo dei fondi globali dell’ente di beneficenza. Anche 11 dei nostri camion sono entrati a Gaza, dice, raccontando di essersi messo in contatto con Renad e la sua famiglia dopo aver visto i suoi video online.
Sorride e ride e cucina con la sua pentola tutta graffiata, accanto alla sua tenda, la piccola Renad.
Il minimo che possiamo fare noi ora è dare un po’ di speranza. E non rimanere nel silenzio.
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