Per coloro che hanno sempre avuto l’idea romantica di una sepoltura in mare, beh sappiate che c’è una compagnia che trasforma i cadaveri in barriera corallina. Aiutando, secondo i sostenitori, a ripristinare gli habitat marini
Morire e farsi coralli dopo la morte. È più o meno questo il senso poetico delle reef ball, delle improbabili palle di resti cremati mescolati a calcestruzzo fino a formare una palla, appunto, perforata, da buttare giù, in fondo al mar. Una sola ball può costare fino a 7.500 dollari.
È la nuova frontiera della sepoltura, che spopola negli States “grazie” a un’azienda, la Eternal Reef (come poteva chiamarsi altrimenti) che dà modo a coloro che intendono farsi cremare, ed esprimono le loro volontà nel testamento, di unire le ceneri al cemento e dare vita a queste grandi palle sottomarine, di 2 metri di diametro e anche 250 chilogrammi di peso, che in fondo agli oceani servono a generare vita.
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Sulle reef ball, infatti, possono crescere animali come i coralli, biocostruzioni, piante marine e la biodiversità aumenta nel tempo.
La maggior parte delle barriere coralline del mondo sono a rischio, a causa del riscaldamento e dell’acidificazione degli oceani, dell’inquinamento e della pesca eccessiva, secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change. Le barriere coralline sono essenziali per proteggere le coste e mantenere gli ecosistemi marini, oltre a fornire lavoro alle comunità locali e persino aiutare gli scienziati a produrre nuovi farmaci.
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Eternal Reefs collabora con la Reef Ball Foundation e Reef Innovations, che costruisce di fatto le palle funeree (e che costano per ogni caro defunto dai che dai 3mila ai 7.500 dollari). La loro superficie ruvida consente a piante e animali marini come coralli e alghe di crescere su di esse. E pensate che l’organizzazione ha finora affondato circa 3mila barriere coralline commemorative in circa 25 siti, dal Texas al New Jersey.
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I coralli e tutti i tipi di animali crescono meglio sulla struttura. Non riesco a vedere un evidente svantaggio, dice Murray Roberts, professore di biologia marina alla scuola di geoscienze dell’Università di Edimburgo.
Preserverà pure la biodiversità, ma questo metodo non convince tutti. La reef ball, oltre a costare un occhio della testa, prevede ancora la cremazione, che, in media, rilascia nell’atmosfera 400 kg di anidride carbonica per ogni corpo, si legge sul The Guardian. E non solo: anche il calcestruzzo ha un enorme costo ambientale.
Voi lo fareste?
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Fonte: Eternal Reefs
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