Reddito di inclusione: cosa prevede e a chi è rivolto

In arrivo il reddito di inclusione per 1,8 milioni di persone.

Contrasto alla povertà”: il Senato ha approvato il reddito di inclusione, ossia le misure contro la povertà per 1,8 milioni di persone. Ad oggi, con questo nuovo Piano nazionale contro la povertà, l’assegno dovrebbe essere portato da 400 a 480 euro mensili ed è probabile che vengano trasferiti ai destinatari in forma di carta prepagata.

Ha quindi il via libera definitivo del Senato il disegno di legge delega che introduce il reddito di inclusione: il ddl è stato approvato con 138 voti a favore, 71 contrari e 21 astenuti.

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Cos’è il Piano nazionale contro la povertà

È la prima misura nazionale di contrasto destinata ad assicurare un sostegno economico al 24,5% dei nuclei familiari che risultano al di sotto della soglia di povertà. Dopo l’approvazione del Parlamento, un decreto attuativo stabilirà la soglia che darà diritto al sostegno e le modalità di erogazione. Tra gli obiettivi rientrano il riordino delle misure per l’assistenza agli indigenti e l’introduzione del reddito di inclusione, che sosterrà le famiglie in povertà assoluta.

Con l’approvazione del disegno di legge delega sul contrasto alla povertà si compie oggi un passo storico: per la prima volta il nostro Paese si dota di uno strumento nazionale e strutturale di contrasto alla povertà – il Reddito di inclusione (REI) – che ci consente di introdurre progressivamente una misura universale fondata sull’esistenza di una condizione di bisogno economico e non più sull’appartenenza a particolari categorie (anziani, disoccupati, disabili, genitori soli, ecc.)“, dichiara Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Cos’è il reddito di inclusione e a chi è rivolto

Con l’approvazione della legge delega per il Piano contro la povertà si prevede il varo del reddito di inclusione (Rei), che sostituirà il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva). Si tratterà di una misura articolata in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona. Per la componente economica, è previsto un limite di durata, con possibilità di rinnovo, subordinato alla verifica del persistere dei requisiti.

Per la fine del 2017, il Rei dovrebbe arrivare a una prima platea di 400mila famiglie e avrà un valore massimo di 400 euro al mese. Sarà il decreto attuativo, poi, a stabilire se sarà erogato sotto forma di carta prepagata oppure con modalità diverse.

Il reddito di inclusione si rivolge prima di tutto alle famiglie con bambini in povertà assoluta e ai lavoratori che hanno perso l’impiego e hanno più di 55 anni di età. Per questo motivo, bisognerà esibire un Isee non superiore ai 3mila euro associato a un livello di reddito effettivo disponibile che sarà fissato nel decreto legislativo.

Non solo: il reddito di inserimento sarà gestito dai servizi sociali dei comuni in collaborazione con i centri dell’impiego perché l’erogazione del reddito è subordinata alla partecipazione a misure utili per trovare lavoro o per migliorare il livello di occupabilità della persona e della famiglia indigente. Questo intervento non è infatti una forma di reddito assistenziale né di cittadinanza, ma di inclusione attiva, cioè una misura in cui il reddito è collegato a misure di “accompagnamento” verso la società e il lavoro.

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Quindi, l’aiuto scatterà solo nel momento in cui il capofamiglia aderirà a un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa predisposta dall’ente locale. La persona, dovrà impegnarsi, per esempio, “a garantire un comportamento responsabile, ad accompagnare i figli a scuola, a sottoporli alle vaccinazioni e ad accettare eventuali proposte di lavoro”.

Infine, nella delega è prevista la razionalizzazione di altre prestazioni assistenziali (tranne per le prestazioni rivolte alla fascia di popolazione anziana non più in età lavorativa, per le prestazioni a sostegno della genitorialità e per quelle legate alla condizione di disabilità e di invalidità del beneficiario) come la vecchia carta sociale per minori e l’assegno di disoccupazione Asdi, e il rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali, per garantire in tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni.

Si tratta, in ogni caso, di una legge delega, per cui per conoscere i meccanismi di funzionamento, le modalità di accesso e le soglie di reddito bisogna attendere l’emanazione del decreto legislativo di attuazione nelle prossime settimane.

Germana Carillo

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