Come ha funzionato il reddito di cittadinanza in Finlandia? Arrivano i risultati del primo anno di sperimentazione. Vediamo come è andata e cosa è successo.
Come ha funzionato il reddito di cittadinanza in Finlandia? Arrivano i risultati del primo anno di sperimentazione. Vediamo come è andata e cosa è successo.
Un anno è passato e il governo finlandese ha diffuso i risultati preliminari sul progetto che riguardava una sorta di reddito di cittadinanza, diverso però da quello di cui si parla in Italia perché contrariamente al classico assegno di disoccupazione, i beneficiari del reddito di base potevano decidere se cercarsi un lavoro part-time, a tempo pieno o restarsene a casa. In ogni caso non avrebbero perso l’assegno.
Lo strumento è dunque diverso dal reddito voluto dal Movimento 5 stelle, che essendo condizionato all’accettazione di un lavoro assomiglia, di fatto, di più a un sussidio di disoccupazione.
Partiamo dal principio. Il governo ha offerto un reddito al mese: per due anni un campione di 2mila persone, scelte a caso tra i disoccupati tra i 25 e i 58 anni, ha ricevuto un assegno mensile di 560 euro non tassati. Ripetiamo, rispetto alla disoccupazione, il sussidio non si sarebbe perso anche nel caso in cui nel biennio si fosse trovato un lavoro.
In questo modo, i beneficiari avrebbero dovuto essere incoraggiati ad accettare anche lavori part-time o poco pagati, senza timore di perdere l’assegno.
Che cosa è emerso? Secondo i ricercatori, durante il primo anno di introduzione il sostegno economico non ha spinto i disoccupati a cercare un lavoro, per cui non c’è stato nessun cambiamento a livello di occupazione, né a voler guadagnare di più. Anche se, viene sottolineato, i risultati sono preliminari, quindi non è possibile avere delle conclusioni definitive.
I Risultati
Il progetto finlandese è iniziato il primo gennaio 2017 e si è concluso il 31 dicembre del 2018. Le persone che hanno ricevuto per due anni il reddito di cittadinanza erano state selezionate in modo casuale tra coloro che nel novembre 2016 avevano ricevuto un sussidio di disoccupazione, indipendentemente da qualsiasi altro reddito che potevano avere o dal fatto che stessero attivamente cercando lavoro.
Nei risultati sono stati presi in considerazione: il reddito, il benessere e lo stato di occupazione.
“Durante il primo anno dell’esperimento i beneficiari del reddito di cittadinanza non hanno trovato né più né meno un’occupazione nel mercato del lavoro rispetto ai partecipanti al gruppo di controllo”, ha detto Ohto Kanninen, uno dei ricercatori.
I beneficiari del reddito hanno lavorato in media 0,5 giorni lavorativi in più rispetto ai partecipanti del gruppo di controllo. Durante l’anno, i beneficiari del reddito hanno lavorato in media 49,64 giorni e i partecipanti al gruppo di controllo 49,25 giorni. Per quanto riguarda salari e entrate imprenditoriali, quelle dei beneficiari del reddito erano in media inferiori di 21 euro.
Per capire, invece, il benessere, sono stati condotti sondaggi telefonici ed è emerso che chi ha ottenuto il sussidio ha percepito anche un benessere maggiore rispetto a quello del gruppo di controllo. Il 55 per cento dei beneficiari del reddito e il 46 per cento del gruppo di controllo ha valutato il proprio stato come buono o molto buono. Il 17 per cento dei beneficiari e il 25 per cento del gruppo di controllo hanno manifestato invece un grado elevato o un grado molto alto di stress.
In sintesi, dunque, questo anno di sperimentazione secondo i ricercatori dice che il reddito di base può avere un effetto positivo sul benessere ma nel breve termine non migliora le prospettive di occupazione. Ricordiamo che il governo finlandese sospenderà il reddito di cittadinanza alla fine del progetto invece di estenderlo.
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Dominella Trunfio