E’ un racconto che non lascia molto spazio all’immaginazione: il Pianeta sta vivendo una grande sofferenza fatta di violazione dei diritti umani e gravi lesioni alla libertà.
Il mondo secondo Amnesty International: odio, violenza e violazione dei diritti umani
È un racconto che non lascia molto spazio all’immaginazione: il Pianeta sta vivendo una grande sofferenza fatta di violazione dei diritti umani e gravi lesioni alla libertà.
Un quadro che emerge dal rapporto 2016-2017 di Amnesty International presentato a Roma e contemporaneamente in altre capitali del mondo.
“Il 2016 è stato l’anno in cui il cinico uso della narrativa del “noi contro loro”, basata su demonizzazione, odio e paura, ha raggiunto livelli che non si vedevano dagli anni Trenta”, ha detto il segretario generale Salil Shetty.
Secondo l’Ong in ogni parte del mondo, si assistono a episodi di odio, crudeltà, uno scenario che non salva neanche i paesi che non si trovano in guerra, perché laddove non c’è violenza fisica subentra quella verbale e ideologica.
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Ci sono ancora processi democratici messi in discussione, arresti arbitrati, persecuzioni, crimini d’odio, repressioni che vanno dalla crisi globale dei rifugiati ai discorsi sull’incitamento e l’ avversione verso lo straniero. Un mondo che non potrebbe essere peggiore.
“La fabbrica che produce divisione e paura ha assunto una forza pericolosa nelle questioni mondiali. Da Trump a Orbán, da Erdoğan a Duterte, sempre più politici che si definiscono anti-sistema stanno brandendo un’agenda deleteria che perseguita, usa come capri espiatori e disumanizza interi gruppi di persone”, ha proseguito Shetty.
E ancora:
“Le odierne politiche di demonizzazione spacciano vergognosamente la pericolosa idea che alcune persone siano meno umane di altre, privando in questo modo interi gruppi di persone della loro umanità. Così si rischia di dare via libera ai lati più oscuri della natura umana”, ha messo in guardia il segretario.
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Secondo la Ong tutti i cambiamenti politici del 2016 hanno messo in evidenza il lato oscuro della natura umana.
“La tendenza mondiale verso politiche sempre più aggressive e divisive è stata ben illustrata dalla velenosa retorica utilizzata da Donald Trump nella sua campagna elettorale. Tuttavia, anche in altre parti del mondo i leader politici hanno puntato sulla paura, sulle accuse e sulla divisione per conquistare il potere”, si legge in una nota stampa.
Una retorica che ha portato alla chiusura mentale e fisica davanti ai crimini di guerra, favorendo accordi che pregiudicano il diritto a chiedere asilo, approvando leggi che violano la libertà di espressione.
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“I governi se la sono presa anche con i rifugiati e i migranti, spesso visti come facili capri espiatori. Il Rapporto 2016-2017 di Amnesty International denuncia che 36 paesi hanno violato il diritto internazionale rimandando illegalmente rifugiati in paesi dove i loro diritti umani erano in pericolo”.
“Nel 2016 queste forme altamente deleterie di disumanizzazione sono diventate un elemento dominante nel panorama politico mondiale. I limiti di ciò che è accettabile sono stati spostati in avanti. Esponenti politici hanno vergognosamente legittimato ogni sorta di retorica e politica dell’odio basate sull’identità, favorendo la misoginia, il razzismo e l’omofobia”, ha accusato Shetty.
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Il Rapporto 2016-2017 di Amnesty International documenta crimini di guerra in almeno 23 paesi.
“La comunità internazionale ha già risposto con un assordante silenzio alle innumerevoli atrocità del 2016: dall’orrore di Aleppo in Siria alle migliaia di persone uccise dalla polizia delle Filippine in nome della ‘guerra alla droga’ fino all’uso delle armi chimiche e all’incendio di centinaia di villaggi nel Darfur, in Sudan. La grande domanda del 2017 è: quanto dovranno proseguire queste atrocità prima che il mondo faccia qualcosa?”, ha chiesto Shetty.
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Per questo la Ong ha chiesto alle persone di ogni parte del mondo di resistere ai cinici tentativi di rimettere in discussione diritti umani consolidati da lungo tempo in cambio della vaga promessa di prosperità e sicurezza.
“Ogni persona dovrà chiedere al suo governo di usare tutti i mezzi e l’influenza a sua disposizione per chiamare i responsabili delle violazioni dei diritti umani a rispondere delle loro azioni. In tempi bui, sono state le singole persone a fare la differenza: dal movimento per i diritti civili negli Usa a quello anti-apartheid in Sudafrica, dai gruppi per i diritti delle donne a quelli per i diritti delle persone Lgbti. Dobbiamo stare tutti insieme per raccogliere questa sfida, adesso”, ha concluso Shetty.
Dominella Trunfio