Rapa Nui, la celebre isola di Pasqua, ospita uno splendido parco naturale dove di recente è avvenuto un cambiamento che ha fatto la storia. Qui, infatti, le terre ancestrali sono tornate nelle mani degli indigeni da quasi 2 anni
Rapa Nui, la celebre isola di Pasqua, ospita uno splendido parco naturale dove di recente è avvenuto un cambiamento che ha fatto la storia. Qui, infatti, le terre ancestrali sono tornate nelle mani degli indigeni da quasi 2 anni.
Proprio così! Il governo cileno ha ridato la gestione del territorio patrimoniale di Rapa Nui alla comunità dell’isola, e ora il ministro dei Beni Nazionali, Philip Ward, ha di recente annunciato la proposta di estendere la zona di conservazione gestita dalla comunità indigena polinesiana.
Il Parco Nazionale Rapa Nui è un’area naturale protetta situata sull’isola di Pasqua, a 3700 chilometri dal Cile. La sua superficie totale corrisponde a 7150,88 ettari, suddivisi in nove zone indipendenti, dove sono presenti i resti archeologici della cultura di Rapa Nui, flora e fauna, rappresentazioni geologiche come grotte e scogliere, ma anche una varietà di vulcani e lagune d’acqua dolce. Un vero e proprio paradiso naturale.
Il Parco Nazionale Rapa Nui, un patrimonio Unesco
Come Parco Nazionale, nacque nel 1935 e a luglio dello stesso anno venne dichiarato Monumento Nazionale. Nel 1976, incorporò gli isolotti adiacenti in un unico Santuario della Natura. L’8 dicembre 1995, l’UNESCO lo dichiarò Patrimonio Mondiale dell’umanità nella categoria del “bene culturale”.
La storia
Il suo attuale sistema amministrativo è governato dalla Co-Amministrazione di due entità, la Rapa Nui People, rappresentata dalla Comunità indigena di Ma’u Henua e dalla National Forestry Corporation CONAF, che rappresenta lo Stato del Cile. Entrambe le istituzioni collaborano alla manutenzione, al recupero, al ripristino, al’imboschimento e alla cura dei siti del Parco.
Dopo 129 anni di controllo cileno, nel 2016 l’Isola di Pasqua tornò nelle mani degli indigeni. Nel 2016, la presidente cilena Michelle Bachelet restituì ufficialmente il controllo delle terre ancestrali e dei siti archeologici ai nativi, trasmettendoli a un’entità locale chiamata Ma’u Henua.
Fino alla fine del 19° secolo, gli abitanti di Rapa Nui popolavano l’isola resa celebre anche dalle imponenti e misteriose statue dei moai. Nel 1888, l’isola fu annessa al Cile, che la affittò a un’azienda dedita alla tosatura delle pecore. Di conseguenza, i nativi furono costretti a lasciare le loro case e si trasferirono in quella che divenne l’unica città dell’isola – Hanga Roa.
Qualcosa inizia a cambiare nel 1986 quando la Nasa estende e migliora l’aeroporto, consentendo in tal modo ai passeggeri di visitare l’isola, incrementando il turismo. Per minimizzare l’impatto, la Chilean national forest corporation (CONAF) ha tenuto sotto controllo i siti archeologici negli ultimi decenni.
Nel 2016 la svolta: Michelle Bachelet ha ufficialmente restituito il controllo di questi siti archeologici alle popolazioni locali.
“Il primo cambiamento che avverrà da ora in avanti è che tutte le decisioni riguardanti l’isola saranno prese dalla popolazione di rapa nui”, furono le parole di Camilo Rapu, direttore di Ma’u Henua che oggi nutre grandi speranze per il rimboschimento dell’isola con piante endemiche per restituirle l’aspetto che aveva mille anni fa.
Una splendida isola tornata nelle mani dagli indigeni che da sempre la popolano.
LEGGI anche:
- Isola di Pasqua: ecco come camminano le statue Moai
- Intorno all’Isola di Pasqua nascerà uno dei più grandi parchi marini del mondo
Francesca Mancuso
Foto: Mauhenuaauhenua