Proviamo a trovare qualcosa di positivo nella vicenda della ragazza ricoperta di cioccolato sul tavolo da buffet di un hotel

La foto della ragazza in bikini, cosparsa di cioccolato e messa in esposizione su un tavolo da buffet in un resort sardo fa inorridire, cancellando secoli di battaglie femministe. Ma in questa raccapricciante vicenda, in salsa sessista, abbiamo colto un'unica nota positiva (che ci restituisce un briciolo di speranza...) in mezzo a tanto degrado

Probabilmente l’avrete vista anche voi la foto che mostra una ragazza in bikini, ricoperta di cioccolato su una tavola piena di dolci, a bordo piscina. L’immagine, immortalata al Voi Colonna Village di Golfo Aranci (Sassari), ha sollevato grande indignazione sui social. È una vicenda aberrante (l’ennesima!) che conferma quanto la nostra società sia impregnata di sessismo.

A rendere noto lo sconcertante episodio, risalente al giorno di Ferragosto, un manager milanese in vacanza nel resort sardo, che ha raccontato quanto accaduto sul suo profilo LinkedIn.

Ieri sera, dopo una bella giornata in cui tante persone hanno lavorato duramente per fare passare un giorno spensierato ai tanti ospiti, rimango senza parole guardando questa scena: buffet dei dolci a bordo piscina, su un tavolo una ragazza “in costume” ricoperta di cioccolato, stesa in mezzo ai pastìccini. – scrive Federico Mazzieri nel post diventato virale, accompagnato dalla foto della ragazza sdraiata sul tavolo come se fosse un dessert – Dopo il primo momento di sgomento mi domando: VOI hotels sta per Vera Ospitalità Italiana, ma cosa significa? Cosa ne pensano i manager di Alpitour di questa rappresentazione del corpo femminile? (in hotel dopo avere espresso il mio disappunto mi hanno detto che era la “statua di cioccolato”).

“Permettere che nelle proprie strutture ci siamo questi comportamenti, dove il corpo di una donna, di una lavoratrice, sia equiparato a quello di una stoviglia per assecondare l’occhio malizioso di qualcuno” prosegue.

Le contestazioni del manager sono sacrosante. Assistere a una scena di questo tipo (che racchiude in sé squallore e mercificazione del corpo femminile), nel 21esimo secolo, è inaccettabile: va oltre ogni limite immaginabile.

In tutto questa oscenità, però, c’è un elemento che rappresenta un timido segnale di speranza. A indignarsi, vedendo la ragazza equiparata a  un gustoso pasticcino, non è stato soltanto il manager milanese. Con lui c’era anche sua figlia di 14 anni, che non è rimasta indifferente, anzi.

“Papà che schifo, questo non è un Paese dove potersi realizzare” ha commentato, spingendo così l’uomo ad accendere i riflettori sul caso. Le sue parole, cariche di amarezza e ripugnanza, non sono altro che una denuncia nei confronti della società in cui viviamo. Una società in cui con troppa frequenza donne e ragazze vengono rappresentate e trattate come oggetti: che sia un pezzo di carne, un bigné ricoperto di cioccolato o una bambola gonfiabile, poco importa.

Per secoli è stato così. Le donne sono state quotidianamente calpestate. La società ha posto limiti e strumentalizzato i corpi, i loro pensieri e i loro diritti. Hanno messo a tacere le loro voci. Ora, però, non sono più disposte ad accettare tutto questo. Sono sature, esauste, arrabbiate.

La frase della ragazzina di 14 anni è il segnale di un velo di Maya che è stato finalmente squarciato e restituisce fiducia nelle nuove generazioni, che sognano una società più equa e rispettosa, in cui le donne non dovrebbero mai sentirsi in difetto. La strada è lunga e in salita, ma denunciare episodi come quello avvenuto nel resort sardo e lavorare sull’educazione dei più piccoli è l’unica via per provare a uscire da quel vicolo cieco fatto di sopraffazioni, violenze fisiche e psicologiche.

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La replica della catena di hotel

Dopo lo scandalo che ha travolto il resort di lusso di Golfo Aranci, la catena VOIhotels – del gruppo Alpitour – ha rotto il silenzio, pubblicando un comunicato su LinkedIn in cui prende le distanze dal grave episodio.

Come Azienda, indipendentemente da chi è stato coinvolto direttamente nell’accaduto, sentiamo la responsabilità e intendiamo in questo momento fare fronte direttamente ai commenti e alle critiche che stiamo ricevendo, riconoscendo che si tratta di un avvenimento grave che non rappresenta in alcun modo VOIhotels e i suoi valori. – scrive l’azienda – Ci scusiamo nuovamente con tutti, perché il rispetto della persona è per noi prioritario e per non aver adeguatamente supervisionato in questa occasione. Ribadiamo il nostro impegno a perseguire i valori che dichiariamo e a diffonderli con maggiore vigore in ogni paese in cui operiamo, per scongiurare che situazioni simili si possano ancora verificare.

Consci che la piena comprensione, diffusione e messa in pratica dei nostri valori a tutti i livelli aziendali sia un percorso in continuo divenire, confermiamo il nostro impegno costante nel proseguire su questa strada.

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