QI: tra i nati dopo il 1975 si è registrato un calo di punteggi medi pari a 7 punti per ogni generazione.
Il nostro quoziente intellettivo si è ristretto. Proprio così. In barba a ciò che crediamo di aver conquistato con tecnologie varie, nuovi test d’intelligenza confermano piuttosto un nostro graduale rimbecillimento, con buona pace di mamma e papà. Ma quali sono le possibili cause?
Insomma, dopo il boom del ‘900, il livello del quoziente intellettivo umano è in realtà in calo già dagli anni ’70. A dimostrarlo è uno studio condotto dagli scienziati del Ragnar Frisch Centre for Economic Research, in Norvegia, che hanno effettuato 730mila test dal 1970 al 2009.
Pronto a ribaltarsi, quindi, quello che fu definito nel secolo scorso l’Effetto Flynn: fu nella metà degli anni ‘80 del ‘900 che il ricercatore neozelandese James R. Flynn osservò come, nella prima parte dello stesso secolo, il valore medio globale dell’intelligenza, misurata con i test del QI, fosse cresciuto in modo lineare, aumentando di circa 3 punti per ogni decennio.
Ora pare non sia più così: dalla nuova analisi norvegese, infatti, viene fuori che questo effetto abbia raggiunto il picco alla metà degli anni ‘70, per poi cominciare a scendere.
Gli studiosi hanno preso in esame i risultati dai test del QI di 730mila ragazzi norvegesi di 18-19 anni valutati per il servizio militare obbligatorio. Dal 1970 al 2009, sono state reclutate tre generazioni di uomini nati tra il 1962 e il 1991. Tra i nati dopo il 1975, si è registrato un calo di punteggi medi pari a 7 punti per ogni generazione.
Un calo che si risconta anche all’interno delle stesse famiglie, tra fratelli maggiori e minori, portando a pensare che il motivo non avrebbe tanto carattere demografico, come l’accumulo di determinati geni in fasce particolari della popolazione, quanto piuttosto si da ricercare nei cambiamenti degli stili di vita e nelle abitudini dei ragazzi. Oggi leggono di meno? Cosa leggono? Come trascorrono il tempo libero? Che tipo di istruzione ricevono?
Ebbene, se da un lato pare che l’intelligenza si sia involuta, dall’altro c’è chi suppone che comunque non ci sia stato un adattamento del test del QI all’intelligenza di oggi. Insomma, chi definisce l’intelligenza di oggi decisamente più “fluida”, più connessa cioè alla capacità di vedere nuove connessioni e trovare soluzioni originali e creative, che rapporto trova con i rigidi risultati accademici?
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