Dal reggiseno al Monopoly all'effetto serra, sono moltissime le scoperte scientifiche e le invenzioni fatte da donne, a cui la storia non ha dato la giusta importanza
Indice
Nel corso dei secoli, numerose invenzioni straordinarie sono state erroneamente attribuite a uomini, a discapito delle donne che le hanno realmente ideate.
Nonostante i brevetti siano nati per tutelare la paternità delle invenzioni, la storia ci insegna che molte scoperte realizzate da donne sono state ingiustamente attribuite a uomini.
In questo articolo ne menzioniamo alcune fra le più famose ed eclatanti, certe purtroppo che si tratta di una lista molto molto lunga, nella quale mancano ancora i nomi di molte donne scienziate e inventrici.
La programmazione computer
Augusta Ada Byron, conosciuta come Ada Lovelace, è stata una delle figure chiave nello sviluppo della programmazione informatica.
Collaborando con il matematico e inventore Charles Babbage sulla sua macchina analitica, Lovelace si rese conto del potenziale della macchina per andare oltre i semplici calcoli numerici.
Nel 1842, tradusse un articolo dell’ingegnere italiano Luigi Menabrea, aggiungendo le sue osservazioni e scoperte, tra cui il primo algoritmo destinato ad essere eseguito su una macchina.
Nonostante l’importanza delle sue scoperte, la macchina analitica di Babbage non fu mai costruita durante la sua vita, e i contributi di Lovelace furono spesso messi in dubbio in quanto donna.
Solo a metà del XX secolo, con l’avanzamento dell’informatica, il suo lavoro ricevette il riconoscimento meritato. Oggi, Ada Lovelace è considerata una pioniera della programmazione informatica e un simbolo del contributo delle donne alle discipline STEM.
Il gioco del Monopoly
Il celebre gioco del Monopoly, spesso attribuito a Charles Darrow, in realtà nacque dalla mente di Elizabeth Magie Phillips all’inizio del XX secolo.
Magie ideò un gioco chiamato “The Landlord’s Game” nel 1903, con l’intento di educare le persone sulle pratiche monopolistiche dell’epoca. Il gioco presentava due versioni: una che premiava l’accumulo di proprietà e ricchezza, e l’altra che sosteneva principi più egualitari.
Charles Darrow, invece, commercializzò una versione del gioco negli anni ’30, vendendola alla Parker Brothers e ricevendo tutto il merito. Elizabeth Magie non ricevette alcun riconoscimento, e la sua invenzione fu dimenticata fino a tempi recenti.
Il reggiseno
Possibile che il reggiseno, indumento femminile per eccellenza, sia stato inventato da un uomo? Assolutamente no – eppure è ciò che si è creduto fino a tempi recenti.
In realtà fu Mary Phelps Jacob a inventare il primo reggiseno moderno nel 1914, a soli diciannove anni. All’epoca le donne erano ancora costrette a indossare rigidi corsetti, che inibivano movimenti fluidi e talvolta rendevano difficile anche respirare.
In occasione di un ballo, Mary Jacob assemblò un nuovo indumento leggero e comodo, mettendo insieme due fazzoletti e dei nastri di seta.
Nasceva così il primo reggiseno, un accessorio immediatamente invidiato dalle amiche della sua inventrice che si impose subito come nuovo oggetto del desiderio fra le donne giovani.
Il prodotto rivoluzionario fu brevettato come “Backless Brassiere” presso lo United States Patent and Trademark Office.
Tuttavia, nonostante il successo iniziale e i primi guadagni della produzione del reggiseno su vasta scala, il marito di Mary la dissuase dal perseguire l’attività economica avviata e la convinse alla cessazione.
Fu così che Mary Jacob vendette il brevetto alla Warner Brothers Corset Company per appena 1.500 dollari – un’inezia rispetto ai milioni guadagnati dall’azienda negli anni successivi – e il suo nome fu presto dimenticato.
Jacob non ricevette mai il riconoscimento dovuto per la sua invenzione, sebbene il reggiseno moderno sia diventato un simbolo di libertà per le donne.
La lavastoviglie
L’invenzione della lavastoviglie viene fatta risalire all’americano Joel Houghton che, nel 1886, fece brevettare un’apparecchiatura in grado di proiettare getti d’acqua sulle stoviglie grazie a un sistema di pompe azionato manualmente.
Eppure, anche in questo caso, dietro questa brillante invenzione c’è una donna, Josephine Cochran. Josephine amava organizzare cene e aperitivi nella sua casa a Shelbyville, in Illinois.
Detestava però il fatto che i modi poco delicati della servitù che si occupava della preparazione portassero alla rottura di molti piatti e bicchieri di pregio. Per ovviare a questo inconveniente, inventò una macchina che utilizzava la pressione dell’acqua per pulire i piatti.
Iniziò prendendo le misure di tutte le stoviglie che aveva in casa (piatti, tazze, bicchieri, calici…) e immaginò per ogni tipologia uno scompartimento specifico all’interno della macchina lavastoviglie.
Successivamente, progettò un contenitore in rame in cui sistemare i diversi scompartimenti, e un motore che gettasse sui piatti sporchi prima acqua calda saponata e poi acqua calda pulita.
Purtroppo Josephine morì nel 1913 a causa di un esaurimento nervoso e non riuscì a vedere l’enorme diffusione che ha avuto la sua invenzione nei decenni successivi. Solo recentemente, nel 2006, è stata inserita nella US National Inventors Hall of Fame.
L’effetto serra
La scienziata americana Eunice Newton Foote fu la scopritrice della relazione fra anidride carbonica e aumento delle temperature, ma il valore delle sue scoperte è stato scoperto solo pochissimi anni fa.
Nel 1856, Eunice scoprì che l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera causa un aumento della temperatura terrestre, anticipando di tre anni le teorie di John Tyndall, lo scienziato notoriamente ricordato come il primo ad aver identificato i gas responsabili dell’effetto serra.
Eunice Newton Foote usò solo due termometri, due cilindri di vetro e una pompa a vuoto per giungere alla conclusione che più anidride carbonica (CO₂) è presente nell’atmosfera, più calore si avrà sulla Terra – ciò che oggi chiamiamo effetto serra.
La sua scoperta fu spiegata in un articolo intitolato “Circumstances Affecting the Heat of the Sun’s Rays” e pubblicato sull’American Journal of Science and Arts nel 1856.
Tuttavia, tre anni dopo, lo scienziato irlandese John Tyndall pubblicò il suo famoso articolo intitolato “Nota sulla trasmissione del calore radiante attraverso corpi gassosi” sugli stessi argomenti.
Tyndall, tuttavia, non citò mai il lavoro di Foote, sostenendo che fino a quel momento nulla era stato sperimentato o pubblicato sulla trasmissione del calore radiante attraverso i corpi gassosi.
Il riconoscimento dei meriti scientifici di Eunice Foote è avvenuto in tempi recentissimi. Solo nel 2011, ben 155 anni dopo le sue scoperte, il ricercatore Raymond Sorenson portò alla luce questa dimenticanza nella storia della scienza e diede il giusto lustro al nome di questa scienziata.
La Struttura del DNA
Rosalind Franklin fu una scienziata cruciale nella scoperta della struttura del DNA, ma anche il suo nome è stato per troppi anni messo in ombra da quello di un uomo – anzi, di tre uomini.
Nel 1951, Franklin produsse la prima immagine chiara del DNA utilizzando la cristallografia a raggi X, scoprendo che la molecola assumeva una forma elicoidale.
Tuttavia il collega con cui collaborava alla ricerca, Maurice Wilkins, mostrò senza permesso i dati di Franklin a James Watson e Francis Crick, che usarono queste informazioni per costruire il loro famoso modello a doppia elica.
Watson, Crick e Wilkins ricevettero il Premio Nobel nel 1962, mentre Franklin, deceduta nel 1958, non ottenne riconoscimenti significativi durante tutta la sua vita.
Anche in questo caso, solo in tempi recenti il suo lavoro è stato finalmente riconosciuto come fondamentale per la comprensione della struttura del DNA.
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