Silvia Romano La fame nel mondo non riguarda solo la mancanza di cibo. In questo momento, il mondo produce cibo a sufficienza per nutrire ogni bambino, donna e uomo del Pianeta. Ma quasi un terzo di tutto il cibo prodotto ogni anno viene buttato nella spazzatura prima di poter essere consumato. Lo spreco alimentare è nelle nostre cucine, quando cuciniamo porzioni di cibo che non vengono consumate o lasciamo che il cibo vada a male perché ne abbiamo comprato troppo. Tutelare il Pianeta è compito nostro: possiamo farlo ogni giorno, a cominciare da quello che compriamo, da quello che mangiamo e da quello che consumiamo.
Tutelare il Pianeta è compito nostro: possiamo farlo ogni giorno, a cominciare da quello che compriamo, da quello che mangiamo e da quello che consumiamo.
Questo è il messaggio che vuole lanciare Quel che resta, il cortometraggio voluto da CONAI, per raccontare come la sostenibilità parta anche (o forse soprattutto) dalle nostre azioni quotidiane, prodotto da Giffoni Innovation Hub con la regia di Domenico Onorato e la sceneggiatura di Manlio Castagna, e proiettato per la prima volta in occasione di Giffoni Next Generation il 25 luglio.
Quel che resta: il messaggio
Il corto rappresenta un mondo distopico in cui viene messo in scena un ricchissimo banchetto, pieno di ogni ben di Dio, al quale partecipano personaggi molto diversi tra loro, le cui differenze sociali vengono esasperate da un sapiente uso dei costumi.
Si cibano in modo esasperato, afferrando le pietanze con le mani: carne, frutta, salumi, vengono portati alla bocca e consumati con foga.
Il momento del dopo cena è quello però che più caratterizza l’intento del film, che intende comunicare come gli avanzi possano trovare una nuova vita, il riutilizzo del cibo genera così ricchezza e convivialità, annullando tutte le differenze.
Qui una pillola del corto:
Mentre qui potrete vedere il video del backstage:
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