In questa classe mancavano quattro studenti per raggiungere il numero minimo e non essere chiusa: i genitori hanno deciso di iscrivere quattro pecore
John Deere, Valériane Deschamps, Phil Tondus e Marguerite Duprès sono quattro nuovi “studenti” iscritti alla scuola francese dell’accorpamento Nitting-Voyer-Hermelange, nei pressi di Sarrebourg nella Mosella, Nord-Est della Francia
Peccato che non siano studenti in carne ed ossa, quanto quattro pecore. Il motivo? Si tratta di una ovvia provocazione per protestare contro una legge che impone la chiusura di intere classi se non si raggiunge un numero minimo di studenti per l’anno scolastico.
E così i genitori, al fine di evitare questo scenario, hanno reagito con creatività e determinazione. La decisione di iscrivere quattro pecore al posto di studenti umani può sembrare eccentrica, ma è stata una mossa strategica per dimostrare l’assurdità delle norme che valutano il valore di un’istituzione scolastica esclusivamente in base al numero di studenti.
Gli studenti non sono numeri da contare
Questa protesta insolita ha infatti attirato l’attenzione sulle sfide che molte comunità rurali affrontano nel mantenere attive le loro scuole di fronte allo spopolamento e alla diminuzione delle nascite. Il tutto senza contare che la chiusura di una classe può avere ripercussioni significative sulla coesione sociale e sulla qualità dell’istruzione offerta.
E per chi se lo stesse chiedendo, l’iscrizione delle pecore – prestate da un agricoltore locale – è avvenuta secondo le regole: ognuna ha due genitori, un indirizzo e una data di nascita. Così si è soddisfatta la richiesta del ministero francese che ai tre comuni un minimo di 98 iscritti per garantire il mantenimento della quinta elementare al rientro a settembre, con i nomi sul registro che erano solo 94.
La scelta di utilizzare pecore anziché persone come “studenti” è stata deliberata e simbolica. Sottolinea il fatto che gli studenti – a differenza delle pecore, come dice il detto – non sono numeri da contare, quanto individui unici con esigenze e potenzialità diverse. Allo stesso tempo l’istruzione non deve essere vista come una questione di numeri, ma come un investimento nella crescita e nello sviluppo dei ragazzi e della comunità nel suo insieme.
Quanto agli ovini, stanno bene e sono in buona salute. Sono stati accolti a scuola con cartelli di benvenuto dai “compagni” di classe che si sono prodigati nell’allestire per loro un piccolo recinto all’esterno per far trascorrere agli animali le “lezioni” nel massimo della tranquillità.
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Fonte: Ouest France
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