Le Pussy Riot sono libere. Le voci di una possibile amnistia circolavano già da circa due settimane per quanto riguarda la possibile liberazione di circa 25 mila persone, comprese le Pussy Riot e gli attivisti di Greenpeace che lottano contro Gazprom nell’Artico. Maria Alyokhina e Nadia Tolokonnikova sono state scarcerate.
Le Pussy Riot sono libere. Le voci di una possibile amnistia circolavano già da circa due settimane per quanto riguarda la possibile liberazione di circa 25 mila persone, comprese le Pussy Riot e gli attivisti di Greenpeace che lottano contro Gazprom nell’Artico. Maria Alyokhina e Nadia Tolokonnikova sono state scarcerate.
Le due ragazze hanno potuto beneficiare dell’amnistia, così come è accaduto per gli attivisti di Greenpeace, che presto potranno rientrare in patria. Ma ora, le due Pussy Riot che hanno appena ritrovato la libertà si scagliano contro Putin e il suo regime. A loro parere, non si tratterebbe certo di clemenza improvvisa e fine a se stessa, ma di mera propaganda politica.
L’amnistia, secondo le Pussy Riot, non sarebbe altro che una “trovata pubblicitaria” di Putin per racimolare consensi. Nadia Tolokonnikova non ha esitato a definire la Federazione Russa come un gigantesco campo di prigionia. Le due ragazze sono state liberate una a poche ore di distanza dall’altra.
Maria Alyokhina non si trovava in cella al sopraggiungere della buona notizia. Era infatti ricoverata presso uno degli ospedali del servizio penitenziario siberiano, poiché le sue condizioni di salute si erano aggravate a seguito dello sciopero della fame a cui aveva dato inizio per protestare contro le condizioni di reclusione dei detenuti.
Le Pussy Riot si trovavano in carcere, a scontare una pena di 2 anni, con l’accusa di teppismo motivato da odio religioso. Nel 2012, insieme ad altre tre ragazze, avevano messo in scena uno spettacolo contro il presidente Putin all’interno della cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca. L’azione di protesta aveva scatenato le ire del Cremino e del Patriarcato Ortodosso, che ora si direbbero pronti a dialogare, mentre per Putin si avvicina il terzo mandato politico.
La loro “preghiera blasfema” le ha condotte dietro le sbarre. Ma sarebbero pronte a recitarla ancora da capo e fino alla fine. Ora il gruppo punk potrebbe riunirsi e ritornare sulle scene, naturalmente, a proprio rischio e pericolo. L’amnistia è stata approvata dalla Duma lo scorso 18 dicembre ed ora dovrebbe vedere anche il rilascio ufficiale degli attivisti di Greenpeace
Marta Albè
Fonte foto: wordpress.com
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