Lombardia, Lazio e Veneto zona gialla: i nuovi colori delle Regioni

Dalla prossima domenica cinque regioni italiane entreranno in zona arancione, mentre tutte le altre resteranno in zona gialla comprese Lazio, Piemonte e Lombardia. A breve il ministro della Salute Speranza firmerà le nuove ordinanze che confermano i cambi di colore.

Anche se tutti gli organi di stampa lo danno per ufficiale, in realtà nel momento in cui scriviamo il ministro della Salute deve ancora firmare le ordinanze che confermano i cambi di colore.

Dal prossimo lunedì quattro regioni e una provincia autonoma diventeranno arancioni, mentre tutte le altre resteranno in zona gialla. Nessuna regione finirà quindi in fascia rossa. Nelle prossime ore, il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà le nuove ordinanze che entreranno in vigore da giorno 1 febbraio, e non da domenica come era stato precedentemente annunciato. Ecco come cambierà lo scenario italiano.

Le regioni in zona arancione

A finire in area arancione sono quattro regioni, ovvero:

  • Puglia
  • Sardegna
  • Sicilia (per cui era scattata la zona rossa dal 17 gennaio)
  • Umbria

Come la Sicilia, anche la Provincia Autonoma di Bolzano passerà da rossa ad arancione.

Le regioni in zona gialla

Notizie confortanti in arrivo per tutte le altre regioni e provincie italiane (fatta eccezione per la Puglia, la Sardegna, la Sicilia, l’Umbria e la Provincia autonoma di Bolzano) che da lunedì 1 febbraio diventeranno gialle, comprese Lazio e Lombardia, che rischiavano di rimanere in zona arancione.

Negli ultimi giorni nel nostro Paese si sta registrando un decremento del tasso di incidenza dei casi, anche se la decrescita è ancora molto lenta, fatta eccezione per Bolzano. “Vediamo un leggero aumento dei casi asintomatici o paucisintomatici e questo tiene conto del fatto che l’uso più ampio dei test antigenici consente di individuare asintomatici. L’Rt è in calo, e questo è sicuramente positivo” dichiarato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, al punto stampa sull’analisi dei dati della Cabina di Regia.

Anche per quanto riguarda la mortalità, ha sottolineato Brusaferro, “c’è una decrescita, abbastanza lenta. La curva in Italia è sostanzialmente stabile. Il nostro Paese si colloca al margine più basso tra gli altri paesi europei. Registriamo una decrescita lenta di ricoveri e terapie intensive”.

Nessuna regione rossa, ma non bisogna abbassare la guardia

Il fatto che nessuna delle regioni italiane rientrerà in zona rossa è già un grande traguardo che fa ben sperare, ma la situazione resta ancora estremamente delicata e i casi potrebbero risalire nel giro di qualche giorno portando all’ennesimo mutamento di scenari e colori. La battaglia è ancora lunga, come ribadisce anche il ministro Speranza:

“L’epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale” si legge nella bozza del report della Cabina di Regia. L’attuale quadro a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive. Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.

Possiamo tirare, quindi, un piccolo sospiro di sollievo ma è ancora troppo presto per abbassare la guardia.

Fonte: AGI/Ansa

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