All'uscita della loro nazionale dai Mondiali, i cittadini iraniani sono scesi in piazza a festeggiare: ecco perché
Nell’ambito dei Campionati Mondiali di calcio in Qatar, si è svolta ieri sera una delle partite più attese e temute del girone: quella fra Stati Uniti e Iran. I due Paesi, infatti, sono più distanti che mai dal punto di vista politico e non hanno rapporti diplomatici da oltre quarant’anni.
Inoltre, proprio in queste settimane l’Iran è sconvolto da una serie di proteste di piazze contro il regime che ha preso il potere nel Paese e che sta operando una dura repressione in termini di diritti umani e di libertà: come vi abbiamo raccontato in vari articoli, gli scontri fra i manifestanti e la polizia stanno provocando molte vittime, che non avranno giustizia.
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Insomma, molto più che una partita quella che si è svolta ieri e che si è conclusa con la vittoria degli Stati Uniti (1-0). Poiché si trattava di una sfida a eliminazione diretta, l’Iran ha chiuso con questa sconfitta la propria partecipazione ai Mondiali.
Tuttavia, anziché mostrare tristezza e delusione per questa occasione mancata, gli iraniani si sono mostrati contenti ed esultanti. Sui social rimbalzano le immagini e i video delle feste di strada che si sono svolte la scorsa notte, con trombette e fuochi d’artificio. Come si può spiegare una tale reazione della popolazione?
I tifosi si sono detti molto delusi dalla nazionale iraniana – e non tanto perché questa è stata sconfitta ed eliminata. I Campionati del mondo di calcio avrebbero dovuto rappresentare un momento di visibilità internazionale per la squadra e il Paese, e la popolazione oppressa dal regime si aspettava che i calciatori mostrassero al mondo la propria opposizione alla dittatura.
نقاطی ازسنندج درلحظه گل آمریکا Sanandaj pic.twitter.com/OxOnYW7Qdv
— Kaveh Ghoreishi (@KavehGhoreishi) November 29, 2022
Insomma, ci si attendeva un’azione forte da parte della squadra che era sotto i riflettori del mondo, un’azione che potesse mettere in evidenza le difficoltà di un popolo che si vede la bocca cucita e i diritti affogati in un lago di sangue e violenza.
Kurdish people are celebrating that USA beat Iran 1-0 in world cup. This national team has never represented Kurds. #WorldCup #IranvsUSA pic.twitter.com/kySEppvT9t
— Behrouz Boochani (@BehrouzBoochani) November 29, 2022
E invece i giocatori iraniani non hanno fatto nulla, non hanno boicottato le partite né compiuto qualche altro gesto eclatante. La loro timida forma di protesta si è concretizzata nel non cantare l’inno nazionale all’apertura della prima partita di cui sono stati protagonisti, dimostrando in questo modo di non sentirsi veramente parte del Paese che erano chiamati a rappresentare.
This is a loss for the Islamic Republic, not for Iran. The Iranian people will triumph over the tyrannical mullahs' regime with their courage and struggle. Scenes of Iranians celebrating the victory of the American team. #MahsaAmini #مهسا_امینی #IranRevolution #IranvsUSA pic.twitter.com/xxK43vj6L4
— EYAD ALDULAIMI (@eyadbon) November 29, 2022
Anche questo piccolo segno di dissenso contro il regime è poi sparito nelle partite successive, in cui i calciatori hanno mostrato di cantare l’inno nazionale. Questo perché hanno subito minacce dagli inviati del regime iraniano in Qatar: se non si fossero comportati “bene”, i loro familiari sarebbero stati arrestati e torturati.
La nazionale di calcio quindi non rappresenta il popolo iraniano, che si è trovato compatto a tifare per gli Stati Uniti affinché la squadra di casa fosse eliminata. Ora l’Iran è uscito dalla scena pubblica, mentre le proteste ancora insanguinano il Paese
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