Premio Nobel per l’Economia assegnato a Claudia Goldin, la pioniera del gender gap che ha svelato perché le donne guadagnano meno

Il Premio Nobel per l'Economia 2023 è appena andato a... Claudia Goldin! Probabilmente non conoscevate affatto il suo nome, ma questa talentuosa economista ha svelato per la prima volta le cause del gender gap sul lavoro, offrendo alla società delle soluzione su come superarlo

Il divario di genere è una delle tante piaghe sociale da debellare. E nel mondo del lavoro è ancora fin troppo radicato. Com’è drammaticamente noto – a parità di mansioni e di ore – in diverse realtà le donne sono pagate meno dei loro colleghi uomini. Proprio su questo fenomeno ha focalizzato la lunga e fruttuosa attività di ricerca Claudia Goldin, l’economista e docente universitaria americana che è stata appena insignita del prestigioso Premio Nobel per l’Economia di quest’anno.

È stata proprio lei la prima studiosa a fornire un resoconto completo dei guadagni delle lavoratrici e della loro partecipazione al mercato del lavoro nel corso dei secoli, chiarendo perché le donne sono sottopagatte e sottorappresentate.

“Comprendere il ruolo delle donne nel mondo del lavoro è importante per la società. Grazie alla ricerca innovativa di Claudia Goldin ora sappiamo molto di più dei fattori sottostanti e quali ostacoli potrebbe essere necessario affrontare in futuro” ha dichiarato Jakob Svensson, presidente del comitato del Premio Nobel.

La preziosa ricerca di Claudia Goldin

Dopo aver conseguito la laurea in economia e aver conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università di Chicago, nel 1990 Claudia Goldin ha scritto la storia, diventando la prima donna ad ottenere una cattedra presso il Dipartimento di Economia di Harvard.

L’economista, classe 1946, ha deciso di concentrarsi sui motivi del persistente divario di genere nei guadagni, raccogliendo un’enorme mole di dati relativi al mercato del lavoro degli Usa, indagando in particolare sull’evoluzione della condizione femminile nel corso degli ultimi 200 anni.

Come emerge dal suo vasto lavoro, la partecipazione delle lavoratrici di sesso femminile non è andata a crescere in modo graduale di decennio in decennio, ma può essere rappresentata da una curva a U. All’inizio del XIX secolo, infatti, durante la transizione della società agricola a quella industriale, si è verificato un calo di presenza delle donne sposate, rimaste ad occuparsi della casa e dei figli. Successivamente, la curva è tornata a risalire all’inizio del XX secolo, con il potenziamento del settore dei servizi.

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Sono numerosi i fattori che l’esperta ha preso in considerazion, dall’educazione ricevuta dalle donne al tipo di professione che si sceglie. Goldin ha dimostrato, inoltre, che l’accesso alla pillola contraccettiva ha giocato un ruolo rivoluzionario nel permettere alle donne di tenere le redini della propria carriera, pianificandola in base alle loro esigenze e desideri.

L’economista ha voluto evidenziare anche che le aspettative delle giovani donne sono molto influenzate dalle esperienze delle generazioni precedenti, ad esempio quella della propria madre. Se questa è tornata lavorare soltanto quando i figli erano ormai cresciuti, è più facile che ci si ritrovi in una condizione di discriminazione retributiva.

Sebbene negli ultimi decenni siano stati compiuti dei passi in avanti nel ridurre il divario, non si è ancora colmato e, secondo Claudia Goldin, è improbabile che questo avvenga in tempi brevi.

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Fonte: Nobel Prize 

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