5 pratiche e rituali giapponesi per purificare la mente e ritrovare il benessere interiore

Pratiche, arti e rituali che arrivano direttamente dal Giappone per insegnarci a ritrovare noi stessi, ad apprezzare le imperfezioni, a ridurre lo stress...

Ikigai, Misogi, Wabi-Sabi, Kintsugi. Per qualcuno queste parole non vorranno dire assolutamente nulla, mentre chi bazzica un pelino la cultura giapponese almeno una la conoscerà di sicuro. Ad accomunarle non è soltanto la provenienza dal Paese del Sol Levante, ma anche la filosofia di vita che le anima.

Se l’Ikigai, per esempio, è il concetto giapponese del trovare la propria speciale ragione di vita, il Misogi è un rituale di purificazione che si propone l’obiettivo di liberare la mente, l’anima e il destino di coloro che vogliono riscoprire la gioia dell’essere. Mentre il Kintsugi è l’arte giapponese di riparare con l’oro gli oggetti in ceramica andati in frantumi, insegnando che da una rottura può nascere una nuova interezza. Non ci resta che scoprirli uno ad uno.

Misogi

Partiamo dal Misogi, il rituale di purificazione che libera la mente, l’anima e il destino di coloro che vogliono riscoprire la gioia dell’essere. Come funziona? Il rituale prevede l’immersione in un corso d’acqua fredda o una camminata in direzione del getto di una cascata. E’ l’acqua, in questo caso, a rigenerare la psiche e il corpo, aiutando la persona a compiere la trasformazione.

Ikigai

In Giappone l’idea di avere uno scopo nella vita è racchiuso nel termine Ikigai. I giapponesi ritengono che ognuno di noi abbia la propria “ragione per vivere” o come la chiamano sull’isola di Okinawa, “un motivo per alzarsi la mattina”. Investire sulla ricerca del proprio Ikigai è quindi di essenziale importanza e alcune domande si rivelano in tal senso preziose.

La prima cosa da chiedersi è qual è la propria passione, la seconda domanda riguarda il proprio talento, la terza ha a che fare con la vera missione o compito che abbiamo sulla terra, la quarta e ultima con la propria professione, quella che ci permette di procurarci da vivere.

Kintsugi

Il kintsugi o kintsukuroi è una vera e propria arte, quella di riparare con l’oro gli oggetti in ceramica. Questa tecnica non solo permette di ottenere degli oggetti di grande valore artistico, ma insegna a superare i fallimenti osservandoli e vivendoli da una nuova prospettiva. Quando qualcosa si rompe, il kintsugi anziché eliminare i frammenti, li recupera assemblandoli con uno speciale collante, rivestendo le crepe con l’oro. Il danno viene evidenziato anziché nascosto perché visto come opportunità da valorizzare e non come errore da rimuovere.

Wabi-Sabi

Imparare a fluire con la bellezza dell’imperfezione: è questo il succo del “Wabi-sabi”, autentica celebrazione della transitorietà e della decadenza della natura che ci insegna a fare le cose al meglio che si può, prendendo il bello e il buono di quello che c’è. E ad abbracciare l’imperfezione.

Shinrin-Yoku

Shinrin-yoku è un’espressione giapponese che significa “trarre giovamento dall’atmosfera della foresta” o “bagno nella foresta”. Una pratica che in Giappone viene addirittura prescritta dai medici per aiutare i pazienti a ridurre lo stress, ritrovare il buonumore e le energie.

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