L’1% più ricco degli italiani supera di 240 volte il 20% dei più poveri

Un mondo sempre più diseguale, dove l’1% più ricco possiede più del restante 99%. Il nuovo rapporto sulla ricchezza nel mondo pubblicato da Oxfam mostra che il divario cresce sempre più.

Un mondo sempre più diseguale, dove l’1% più ricco possiede più del restante 99%. Il nuovo rapporto sulla ricchezza nel mondo pubblicato da Oxfam mostra che il divario cresce sempre più.

In pratica, i 42 più ricchi al mondo possiedono più di ricchezza di 3,7 miliardi di persone e l’8”% l’82% dell’incremento netto registrato nel mondo tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato in tasca proprio a loro.

Nemmeno un centesimo, invece, è finito alla metà più povera del pianeta, che conta a ppunto 3,7 miliardi di persone. I dati emergono alla vigilia del World Economic Forum di Davos, che vedrà riuniti nella cittadina svizzera il gotha mondiale dell’economia e della politica.

Il rapporto Ricompensare il lavoro, non la ricchezza, dell’ong britannica si sintetizza in due parole: “miseri e disuguali”, dove l’Italia è parte integrante di una ricchezza concentrata nelle mani di pochi. Come si legge nel rapporto, a metà 2017 il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta, il successivo 20% ne controllava il 18,8%, lasciando al 60% più povero appena il 14,8% della ricchezza nazionale.

E ancora, nel Belpaese la quota di ricchezza dell’1% più ricco degli italiani supera di 240 volte quella detenuta complessivamente dal 20% più povero della popolazione.

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Insomma dei dati allarmanti se si considera poi che i 2/3 della ricchezza non e’ frutto di lavoro ma è ereditato o a rendita monopolistica ovvero il risultato di rapporti clientelari e che ogni due giorni appare un nuovo miliardario.

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Al momento se ne contano 2.043, di cui 9 su 10 sono uomini. Tra loro c’è anche Carlos Slim, l’uomo più ricco dell’America Latina, con un patrimonio di 54,4 miliardi di dollari.

“Le sue enormi fortune sono frutto di un monopolio quasi totale che è riuscito a stabilire in Messico nel settore delle comunicazioni”, si legge nel rapporto.

Tra il 2016 e il 2017 il suo patrimonio netto è aumentato di 4,5 miliardi di dollari, una cifra sufficiente a retribuire annualmente 3,5 milioni di lavoratori messicani che percepiscono il salario minimo.

Zara e H&M, i profitti dell’abbigliamento

Sicuramente secondo Oxfam, il settore dell’abbigliamento è tra i più redditizi, i dividendi azionari versati da Zara ad Amancio Ortega nel 2016 sono pari a 1,3 miliardi di euro, mentre Stefan Persson, di H&M, ha avuto l’anno scorso di 658 milioni di euro di dividendi.

“Nel 2016 le cinque maggiori aziende di moda hanno versato complessivamente ai propri azionisti la cifra sbalorditiva di 6,9 miliardi dollari”, dice Oxfam.

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Insomma, le disuguaglianze crescono e con loro anche lo sfruttamento di donne e bambini che fa sempre rima con schiavitù e povertà.

Per leggere il Report clicca qui

Dominella Trunfio

Foto: Rapporto Oxfam

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