Da un recente studio è emerso che coloro che vivono in società povere godrebbero delle stesse soddisfazioni nella vita rispetto a chi vive nei Paesi più ricchi. Il motivo? Sarebbe da ricercarsi anche nel maggiore contatto con la natura. A essere i più felici, infatti, sono i popoli indigeni
Felici anche senza soldi! Possibile, certo, e la scienza conferma. Anche le società minimamente monetizzate, quelle cioè che vivono con redditi decisamente bassi, possono godere di un elevato benessere soggettivo.
A dirlo è uno studio condotto della Universitat Autònoma de Barcelona, in Spagna, e della McGill University in Canada, e pubblicato su PNAS, che parte dal legame tra reddito, ricchezza e soddisfazione nella vita. Più soldi ha qualcuno, più tende ad essere soddisfatto, più un Paese è ricco, più felici sono i suoi cittadini, ma non è detto sia sempre così: ora gli scienziati rivelano che le persone – spesso appartenenti a popolazioni indigene – che vivono in comunità piccole e isolate tendono ad essere felici e soddisfatte nella propria vita tanto quanto le persone che vivono nei Paesi più ricchi.
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L’assunto dal quale partono? Il popolo melanesiano che vive nelle regioni di Roviana e Gizo nelle Isole Salomone, per esempio, è tra i più poveri al mondo. Vivono di sussistenza, attraverso la pesca e l’agricoltura. Occasionalmente vendono i loro prodotti al mercato locale per acquistare alimenti trasformati o per pagare le tasse scolastiche dei propri figli. Qui, smartphone o TV sono difficili da trovare, ma – nonostante ciò – i melanesiani esprimono una maggiore soddisfazione di vita rispetto ai residenti di Finlandia e Danimarca, che regolarmente fanno notizia come i più felici del mondo.
Lo studio
Gli scienziati hanno viaggiato in tutto il mondo per intervistare quasi 3mila membri di 19 società povere e di piccole dimensioni situate in 18 differenti Paesi, all’interno di un più ampio progetto riguardante il cambiamento climatico. Hanno visitato luoghi assai remoto come Kumbungu in Ghana, Laprak in Nepal, Vavatenina in Madagascar o Lonquimay in Cile.
La media della soddisfazione di vita riportata tra le 19 società su piccola scala analizzate è di 6,8 su 10, anche se la maggior parte dei siti ha stimato un reddito monetario annuo inferiore a 1.000 dollari a persona, hanno riferito i ricercatori. Valori di soddisfazione di vita così elevati si riscontrano in genere solo nei Paesi in cui il PIL pro capite supera i 40mila dollari all’anno.
Da cosa è spiegata questa felicità? Dalla semplicità: queste persone traggono grande soddisfazione da attività semplici come ascoltare musica, fare una passeggiata o semplicemente rilassarsi. Anche i rapporti con gli amici e la famiglia, così come la socializzazione, portano molta gioia e serenità. I membri di quelle comunità, inoltre, tendono ad apprezzare molto il trascorrere del tempo nella natura. D’altronde, sono tanti gli studi che dimostrano che stare all’aperto in habitat naturali incontaminati migliora l’umore, la salute e il benessere generale.
Il punto centrale, secondo i ricercatori di questo studio, è che la soddisfazione della vita “non richiede gli elevati tassi di consumo materiale generalmente associati a un reddito monetario elevato”. Una volta soddisfatti i bisogni primari, come una casa, del cibo e la sicurezza, è possibile trovare gioia nelle piccole cose, nelle persone e nei luoghi intorno a noi.
Una certezza, dunque, che vale la pena fare nostra.
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