Legambiente lancia una petizione per salvare un'area comunale sito Unesco, destinata ad essere venduta ai privati
Legambiente lancia una petizione per salvare un’area comunale sito Unesco del Parco Naturale di Portovenere, destinata ad essere venduta ai privati
In Liguria, nel Comune di Portovenere, c’è un luogo di rara bellezza: all’interno del Parco Naturale cittadino, dichiarato Sito Unesco e di interesse Comunitario, si trova infatti una piccola ma preziosa gemma naturale di immenso valore paesaggistico, caratterizzata da uliveti e altre piante simbolo della nostra macchia mediterranea. Questo luogo tanto prezioso, acquistato dal Comune di Portovenere nel 1982 con l’obiettivo di renderlo un luogo di bellezza aperto a tutti, rischia purtroppo di finire nelle mani di privati: è stata infatti bandita un’asta pubblica per la sua vendita, che scadrà il prossimo 29 gennaio.
Ciò che rende questo luogo unico nel suo genere non è tanto lo splendido affaccio sul castello Doria, risalente al Cinquecento, o la presenza di una fitta vegetazione di macchia mediterranea, habitat di pregio tutelata dall’Unione Europea: è piuttosto la presenza del muro a secco dalla forma semicircolare tipico dei giardini panteschi, realizzato in modo da resistere ai forti venti di Libeccio e di Maestrale che spirano sul promontorio e da difendere le chiome arboree porte dietro di esso. Insomma, un concentrato di bellezza storico-artistica e di ricchezza naturalistica che rischia di andare perduto a causa dell’incuria del comune.
Per provare a salvare quest’area di Portovenere, l’associazione ambientalista Legambiente La Spezia ha lanciato una petizione sul portale change.org, con la quale si chiede l’immediata interruzione della gara d’asta, il mantenimento della proprietà pubblica del territorio, nonché l’avvio di una collaborazione fra istituzioni locali per garantire la conservazione del territorio in modo da garantirne la sua fruizione con finalità educative nel rispetto dei suoi valori e del genius loci.
L’obiettivo è quello di raggiungere 15.000 firme. QUI è possibile dare il proprio contributo all’iniziativa firmando la petizione.
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Fonte: Change.org
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