Perché il “Re ecologista” Carlo III non parteciperà alla Cop27 in Egitto?

È bastato un nanosecondo, il tempo dei suoi primi giorni sul trono, per svelare tutti gli enigmi che, in fin dei conti, fanno da sempre parte di chi sale al potere. Carlo III, Re d’Inghilterra, abbandona i piani per partecipare alla Cop27. La sua sarebbe stata una scelta dettata da un “consiglio di Liz Truss”, che effetivamente detterà la politica del Regno Unito per i prossimi anni

Re Carlo III salterà la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022, la Cop27, in Egitto il mese prossimo. Non avevamo nemmeno finito di decantare i suoi impegni su tematiche ambientali, che arriva la notizia della sua decisione di non andare a Sharm el-Sheik. Ma, si dice, si tratterebbe di una decisione non dipesa da lui.

Non è nemmeno stato incoronato ufficialmente, che Charles, insomma, già diserta la Cop27 e autrice della scelta sarebbe stata, secondo i rumors, la Prima ministra Liz Truss, che avrebbe sollevato obiezioni alla sua partecipazione durante un’udienza personale a Buckingham Palace.

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E ora ci chiediamo: proprio Carlo che si era mostrato dall’animo così ecologista nei decenni passati diserta un evento sul clima? Beh, secondo i tabloid inglesi, King Charles avrebbe in realtà voluto parteciparvi, ma – da un lato – secondo la convenzione in Gran Bretagna, tutte le visite ufficiali all’estero dei membri della famiglia reale vengono effettuate in conformità con i consigli del governo e, dall’altro, una effettiva partecipazione di Carlo III alla Cop27 sarebbe andata in netto contrasto con l’attuale politica economica del Regno che poco ha in conto le emissioni. Per questo motivo Truss gli avrebbe “consigliato” di non andare in Egitto.

Il vertice sarebbe stato il primo viaggio all’estero di re Carlo come sovrano e, secondo quanto riferito dai media britannici, Carlo III avrebbe voluto tenere un discorso durante il summit in programma tra il 6 e il 18 novembre a Sharm el-Sheik, come del resto aveva fatto alla Cop26 di Glasgow e persino durante il G20 a Roma lo scorso autunno. Forse, però, gli sarebbe stato “ordinato” di “stare lontano” dall’evento.

Il motivo? La nuova premier britannica ha probabilmente intenzione di ridimensionare l’impegno della Corona sul dossier clima in risposta allo scetticismo già manifestato da alcuni membri del suo governo sull’obiettivo di zero emissioni entro il 2050.

Peccato, perché Charles, 73 anni, si è impegnato in cause ambientali sin dagli anni ’70 e, ad oggi, sembrerebbe uno dei pochi leader mondiali in prima linea sui problemi del cambiamento climatico. Ma, di fatto, già poche settimane fa, ci era chiaro come, adesso che è Re, Carlo dovesse probabilmente rispettare un codice differente, in primis rimanere politicamente neutrale. Per questo, dicevano alcuni, Carlo III dimenticherà la sua indole di “difensore del pianeta”.

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Al World Economic Forum di Davos nel 2020, l’allora principe disse che “il riscaldamento globale, il cambiamento climatico e la devastante perdita di biodiversità” sono “le più grandi minacce che l’umanità abbia mai affrontato”. Lo stesso giorno, elogiò Greta Thunberg, definendola “notevole“. L’anno scorso, poi, Elisabetta II partecipò alla Cop26, dove sottolineò gli sforzi ambientali di Carlo e di suo figlio, il principe William.

Io, per esempio, spero che questa conferenza sarà una di quelle rare occasioni in cui tutti avranno la possibilità di elevarsi al di sopra della politica del momento e raggiungere una vera statista, disse all’epoca.

E poi, cosa è accaduto? La sua assenza al vertice di Sharm el-Sheik rischia di essere davvero pesante e si avvera quanto da noi paventato: non è insignificante questa scelta e, anzi, potrebbe avere conseguenze potenzialmente immense.

Scacco matto da Liz Truss al Re, insomma, che intanto si prepara a governare sui 2,4 miliardi di sudditi del Commonwealth.

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Fonte: Royal UK

Leggi il nostro Speciale COP27.

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