La sopravvivenza dell’ultimo popolo indigeno del Sud America è a rischio (e la colpa è anche nostra)

La tribù paraguayana degli Ayoreo chiede aiuto alla Commissione Internazionale per i Diritti Umani per provare a salvare la sua foresta

La tribù paraguayana degli Ayoreo-Totobiegosode chiede aiuto alla Commissione Internazionale per i Diritti Umani per provare a salvare la sua foresta, minacciata dalla distruzione

Quella degli Ayoreo-Totobiegosode, in Paraguay, è l’ultima tribù incontattata del sud America che vive al di fuori dell’Amazzonia. Il termine incontattato indica che questo popolo non ha ancora mai avuto contatti con la civiltà: si tratta quindi di una società primordiale ed estremamente vulnerabile alle malattie del mondo moderno, come varicella o morbillo (alle quali la nostra società è esposta già da secoli), che potrebbero rivelarsi fatali.

Purtroppo questa fragile comunità è minacciata di estinzione: deforestazione, allevamenti intensivi e invasione del territorio stanno distruggendo l’ecosistema di questo popolo, uccidendone gli abitanti. La foresta degli Ayoreo viene distrutta a uno dei tassi di deforestazione più alti al mondo nel silenzio e nell’indifferenza generali, per far posto agli allevamenti intensivi di bestiame e far fronte così alla sempre più incalzante richiesta di carne e cuoio.

Purtroppo, il nostro paese risulta essere il primo importatore al mondo di cuoio paraguayano: secondo questo report, nel solo 2018 l’Italia ha importato circa il 61% di tutto il cuoio paraguayano. La compagnia italiana Pasubio, una delle più importanti concerie europee, è la principale acquirente di pellame per il vecchio continente, con il 39% delle importazioni totali. Tutto questo cuoio è destinato perlopiù al settore automobilistico: tra i maggiori acquirenti troviamo infatti BMW e Jaguar/Land Rover. E poco importa se la maggior parte del cuoio importato provenga da aree boschive abbattute illegalmente: mancano infatti controlli che certifichino la provenienza di questo materiale.

Ecco perché i responsabili della comunità hanno chiesto l’aiuto della Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani di salvare la loro foresta. Già nel 1993 la tribù aveva chiesto al governo nazionale il riconoscimento ufficiale dei suoi diritti territoriali per proteggere la foresta dall’invasione del settore agroindustriale, ma senza successo. Nel 2013, invece, dopo l’inattività del governo del Paraguay, gli Ayoreo si sono rivolti per la prima volta alla Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani. Malgrado questo la distruzione della foresta è continuata senza tregua e, come mostrano queste immagini satellitari, oggi la comunità vive in una piccola ‘isola’ di foresta circondata da monocolture ed allevamenti intensivi.

Visto che la situazione si fa sempre più critica, gli Ayoreo hanno scritto nuovamente alla Commissione, affinché intervenga contro le autorità paraguayane e restituisca agli indigeni la loro terra, allontanando per sempre le aziende agroindustriali che la occupano abusivamente. Oltre alla sottrazione del territorio, dobbiamo ricordare che molti degli Ayoreo sono stati ‘contattati’ con la forza da missionari evangelici americani, che hanno ulteriormente contribuito al depauperamento della comunità.  

I miei parenti incontattati stanno soffrendo e sono in pericolo perché ora hanno a malapena lo spazio per vivere. Ci sono molti esterni che occupano la nostra terra e bruciano la foresta per far spazio alla produzione di carne – ha detto Porai Picanerai, leader Ayoreo-Totobiegosode. – Il governo non mantiene la sua parola, mente e non vuole proteggere il mio popolo né restituirci la terra dove abbiamo sempre vissuto e di cui ci siamo presi cura. Potremo convincere il governo a intervenire per il mio popolo solo rivolgendoci a organismi esterni come la Commissione.

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Fonte: Survival

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