“Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti. Nessuno può ignorare che negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni estremi, frequenti periodi di caldo anomalo, siccità e altri lamenti della terra che sono solo alcune espressioni tangibili di una malattia silenziosa che colpisce tutti noi”, così Papa Francesco – nella sua nuova esortazione apostolica – denuncia tra le altre cose anche chi continua a negare la crisi climatica
Sono trascorsi otto anni dalla Lettera Enciclica “Laudato si’, sulla cura della casa comune”, quando Papa Francesco condivise col mondo intero le sue accorate preoccupazioni circa il futuro del Pianeta.
“Eppure, con il passare del tempo, mi sono reso conto che le nostre risposte non sono state adeguate, mentre il mondo in cui viviamo sta crollando e potrebbe essere vicino al punto di rottura”, dice ora, mentre viene pubblicata la seconda parte di quella enciclica, l’esortazione apostolica “Laudate Deum”, in cui il Pontefice integra i suoi moniti sul riscaldamento globale e sulle sue gravi conseguenze.
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Un nuovo documento forte e potente, quello del Pontefice, che non fa a meno di denunciare l’impatto dei combustibili fossili sul clima, le responsabilità delle aziende del gas e del petrolio e il negazionismo di chi cerca di ostacolare la transizione verso le energie rinnovabili.
Nonostante tutti i tentativi di negare, nascondere, sorvolare o relativizzare la questione – scrive – i segnali del cambiamento climatico sono qui e sempre più evidenti. Nessuno può ignorare che negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni meteorologici estremi, frequenti periodi di caldo insolito, siccità e altre grida di protesta da parte della terra che sono solo alcune espressioni palpabili di una malattia silenziosa che colpisce tutti. Certo, non tutte le catastrofi concrete dovrebbero essere attribuite al cambiamento climatico globale. Tuttavia, è verificabile che specifici cambiamenti climatici provocati dall’umanità stanno aumentando notevolmente la probabilità di fenomeni estremi sempre più frequenti e intensi.
Per questo motivo sappiamo che ogni volta che la temperatura globale aumenta di 0,5° C, aumentano l’intensità e la frequenza delle grandi piogge e delle inondazioni in alcune zone, delle gravi siccità in altre, delle ondate di caldo estremo in alcuni luoghi e delle forti nevicate in altri. Se finora potevamo avere ondate di caldo più volte all’anno, cosa accadrebbe se la temperatura globale aumentasse di 1,5° C, a cui ci stiamo avvicinando? Quelle ondate di caldo saranno molto più frequenti e con maggiore intensità. Se dovesse superare i 2 gradi, le calotte glaciali della Groenlandia e di gran parte dell’Antartide si scioglierebbero completamente, con conseguenze immensamente gravi per tutti.
Tutti temi che faticano a trovare lo spazio che meritano nel dibattito politico e sui principali media, per lo più influenzati dagli interessi delle grandi aziende del settore fossile.
Sui mezzi di informazione italiani la crisi climatica continua infatti ad avere scarsa visibilità, come confermato dall’ultimo monitoraggio dei media italiani commissionato da Greenpeace Italia all’Osservatorio di Pavia.
Ne abbiamo parlato qui: I media non raccontano la verità sul clima (un motivo in più per leggere greenMe)
L’analisi svela la reticenza di giornali e tv a parlare di combustibili fossili come causa principale del riscaldamento globale, nonché la dipendenza dei principali quotidiani italiani dai finanziamenti delle aziende inquinanti. Un potere d’influenza pericoloso per l’informazione sul clima e per la democrazia e nella nuova Esortazione Apostolica Papa Francesco mette in guardia “dal marketing e dalla falsa informazione, meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l’opinione pubblica”.
Gli ultimi risultati del monitoraggio sui media, relativo al periodo gennaio-aprile 2023, hanno inoltre evidenziato come oltre il 20% delle notizie diffuse dai più importanti quotidiani e telegiornali italiani faccia da megafono ad argomentazioni contro la transizione energetica e le azioni per mitigare il riscaldamento globale.
Tra queste spicca un argomento ricorrente a cui Papa Francesco dedica un passaggio significativo nell’Esortazione Apostolica:
Spesso si dice anche che gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico riducendo l’uso di combustibili fossili e sviluppando forme di energia più pulita porteranno a una riduzione dei posti di lavoro. Ciò che sta accadendo è che milioni di persone perdono il lavoro a causa delle varie conseguenze del cambiamento climatico: l’innalzamento del livello del mare, la siccità e molti altri fenomeni che colpiscono il pianeta hanno lasciato parecchia gente alla deriva. D’altra parte, la transizione verso forme di energia rinnovabile, ben gestita, così come tutti gli sforzi per adattarsi ai danni del cambiamento climatico, sono in grado di generare innumerevoli posti di lavoro in diversi settori. Per questo è necessario che i politici e gli imprenditori se ne occupino subito.
QUI trovi il testo completo dell’Esortazione Apostolica.
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Fonti: Vaticano / Greenpeace
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