Vittoria! Queste donne afghane della onlus Pangea hanno finalmente lasciato Kabul

Si sono imbarcate su un aereo e ce l’hanno fatta: le donne della onlus Pangea e le loro famiglie lasciano Kabul

Si sono imbarcate su un aereo e ce l’hanno fatta, dopo giorni di violenze e paura. Le donne della onlus Pangea e le loro famiglie lasciano Kabul e stanno per arrivare in Italia

Lo ha annunciato la stessa onlus tramite le sue storie Instagram che ritraggono le donne e i bambini a bordo di uno degli aerei dedicati all’evacuazione.

Nei post precedenti, Pangea aveva denunciato che le attiviste erano rimaste bloccate ore tra la folla dell’aeroporto, spesso senz’acqua e alcune di loro, come testimoniano alcune foto pubblicate, “sono state picchiate dai talebani”.

Leggi anche: Perché non ci sono (quasi per niente) donne e bambini nelle immagini della fuga di massa da Kabul

Ora le cose possono piano piano cambiare e 250 persone tra donne e le proprie famiglie atterreranno a Fiumicino e trascorreranno un periodo in quarantena come previsto dalle norme anti Covid.

Da quando i talebani sono entrati a Kabul, le collaboratrici di Pangea hanno vissuto nel terrore e per evitare di essere individuate hanno bruciato tutti i documenti e gli archivi della onlus, pari a circa 20 anni di lavoro. Hanno così eliminato dati sensibili che non dovevano finire nelle mani dei talebani.

La Fondazione Pangea Onlus, di Milano, dal 2003 è attiva in Afghanistan con progetti a favore dei diritti delle donne e delle bambine. 

Quello di Pangea a Kabul è un progetto fastidioso per i talebani.  Non è un progetto sanitario utile anche ai talebani. Ma è un progetto di vitale importanza per le donne e i bambini di Kabul e non possiamo lasciarli soli, scrivono.

Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube

Fonte: Pangea Onlus

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram