In Afghanistan ci sono nemici da combattere forse più pericolosi dei talebani: la fame e il freddo

L'associazione Pangea, da sempre attenta alla tutela delle donne, chiede aiuto a tutti noi per sostenere i progetti solidali in Afghanistan

L’associazione Pangea, da sempre attenta alla tutela delle donne, chiede aiuto a tutti noi per sostenere i progetti solidali in Afghanistan

Dopo la presa di potere da parte dei talebani, la scorsa estate, l’Afghanistan è caduto in una profonda crisi economica e umanitaria e a pagarne se spese sono soprattutto bambini e donne, cancellate completamente dalla vita sociale del Paese. Ora, con l’arrivo dell’inverno, la situazione già drammatica è peggiorata ancora, se possibile: la popolazione è allo stremo per il freddo (di notte la temperatura scende fino a -7°C) e per la scarsezza di cibo; la maggior parte della popolazione non ha i soldi sufficienti per pagare la legna per le stufe o qualcosa da mangiare; oltre tre milioni di bambini soffrono di denutrizione.

Di fronte a questo quadro così disperato, l’associazione umanitaria Pangea Onlus ha dato vita ad un progetto di sostegno alla popolazione in sette province afghane con la distribuzione di pacchi alimentari, di coperte, di abiti caldi e altri beni di prima necessità. Già dal 2003, l’associazione opera sul territorio nazionale attraverso programmi rivolti soprattutto alle donne e ai loro bambini: non solo aiuti concreti e materiali, ma anche la speranza di un futuro migliore grazie alla cessione di microcrediti con cui le donne hanno potuto finanziare piccoli progetti imprenditoriali o investire nella propria formazione. Grazie al lavoro svolto in questi anni. Le donne hanno potuto raggiungere l’emancipazione sociale ed economica e rendersi indipendenti. Purtroppo, però, anche il lavoro degli attivisti di Pangea è fortemente ostacolato dall’azione dei talebani, che non vedono di buon occhio il processo di emancipazione delle donne.

Dopo la presa di Kabul da parte dei talebani (agosto 2021), una delle priorità di Pangea è stata quella di mettere in salvo lo staff afghano che in questi anni ha collaborato con gli attivisti italiani: è stato disposto quindi il trasferimento in Italia di una quarantina di attiviste afghane con le loro famiglia, per un totale di circa 300 persone che sono state già inserite in un programma di integrazione lavorativa e culturale nel nostro Paese.

Dallo scorso settembre, poi, Pangea ha ripreso a lavorare sul territorio afghano con la collaborazione di donne del posto, riprogrammando le attività di finanziamento e microcredito, aiutando le donne minacciate dai talebani che non sono riuscite a lasciare il Paese e che ora si trovano private di tutto, persino della casa. Per accoglierle, è stata creata una casa-rifugio che fornisce loro non solo vitto e alloggio, ma anche protezione e tutela.

Infine, un altro progetto di Pangea riguarda la gestione di una scuola per bambini sordi nel cuore di Kabul: a causa dei divieti imposti dai talebani, che negano il diritto all’istruzione per le ragazzine di età superiore ai 12 anni, la scuola potrà continuare ad accogliere bambine sorde di età compresa fra i 3 e i 12 anni e ragazzini sordi fino ai 18 anni. La scuola, oltre a rappresentare un importante trampolino di lancio per il mondo del lavoro, è molto spesso anche l’unica fonte di nutrimento per i bambini che la frequentano: infatti Pangea distribuisce a tutti gli alunni della scuola un pasto proteico ogni giorno che, per molti di loro, è l’unico pasto della giornata.

Cosa possiamo fare tutti noi per dare il nostro contributo e aiutare donne e bambini dell’Afghanistan? Attraverso il sito di Pangea Onlus, possiamo effettuare una donazione – piccola o grande che sia – a sostegno del progetto “Emergenza Afghanistan”. In alternativa, possiamo acquistare uno dei regali solidali in vendita nello store del sito: un regalo che contribuirà a fare del bene non solo a chi lo riceve.

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Fonte: Pangea Onlus

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