Sta per tornare l’ora solare: ecco quando sposteremo le lancette

Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre tornerà l'ora solare e dovremo spostare le lancette dell'orologio indietro di un'ora

Ci siamo quasi, con l’arrivo dell’autunno torna l‘ora solare. Tra qualche settimana sposteremo nuovamente le lancette dell’orologio indietro di un’ora, dalle 3 alle 2. Il nuovo orario scatterà nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre. Le giornate si faranno quindi più brevi e farà buio prima, in compenso però guadagneremo un’ora di sonno.

Come sappiamo questo cambio di orario avviene l’ultima domenica di ottobre di ogni anno, come stabilito dalla Direttiva Europea 200/84CE, che prevede anche l’applicazione dell’ora legale alla fine di marzo. Finora tale regolamento è stato obbligatorio in tutti i Paesi membri dell’Ue e nasce per avere risparmi energetici e sfruttare le ore di luce naturale. Inoltre, come sostenuto dalla Commissione europea, rappresenta un vantaggio per settori come i trasporti e le comunicazioni, per la sicurezza stradale, le condizioni di lavoro, la salute, il turismo e il tempo libero.

Abolizione dell’ora legale? L’Italia è contraria

Ma ormai da anni va avanti a livello europeo un lungo dibattito sulla questione dell’orario. Viste le divergenze di opinione tra i singoli Stati, la Commissione europea ha stabilito che ogni Paese dovrà scegliere entro il 2021 quale orario adottare in base alle proprie esigenze. Alcune nazioni sono invece favorevoli al mantenimento dell’orario unico per tutto l’anno: alcuni come la Francia propendono per l’ora legale, mentre gli Stati del Nord Europa preferiscono mantenere l’ora solare per tutti i 12 mesi.

E l’Italia? Per quanto riguarda il nostro Paese, nel 2019 si è opposta all’abolizione dell’ora legale per tre motivi principali: innanzitutto mancherebbero ancora prove scientifiche che i due cambiamenti di fuso orario possano provocare danni psico-fisici; grazie all’ora legale, gli italiani possono beneficiare di un importante risparmio in bolletta; infine, l’Italia è convinta che le singole scelte dei Paesi membri dell’Ue possano creare differenze tra fusi orari talmente ingombranti da mettere a rischio il corretto funzionamento del mercato della comunità europea. Per questa serie di motivi ci toccherà ancora spostare due volte all’anno le lancette dell’orologio, come del resto siamo ormai abituati a fare.

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Fonte: Parlamento Ue

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