Un nuovo studio ha dimostrato che tutti noi potremmo avere un sosia perfettamente identico da qualche parte nel mondo. Ecco perché...
Il fotografo canadese François Brunelle da più di 20 anni gira il mondo per fotografare coppie di sosia, una vera missione che racconta attraverso i memorabili scatti del progetto fotografico “I’m not a look-alike!”.
Incuriosito dalle sue opere, il dottor Manel Esteller, dell’Istituto di ricerca sulle leucemie Josep Carreras di Barcellona, ha deciso di indagare meglio l’argomento, sottoponendo ad analisi alcune delle coppie di sosia fotografate da Brunelle, che non avevano alcun tipo di legame familiare. Cosa ha scoperto? Che ognuno di noi ha nel mondo un sosia con Dna simile.
Lo studio condotto dalla sua squadra, pubblicato sulla rivista Cell Reports, ha esaminato 32 coppie di sosia, prelevando campioni di Dna e proponendo ai partecipanti dei questionari che indagavano il loro stile di vita.
Attraverso l’impiego di software di riconoscimento facciale, i ricercatori hanno constatato che i sosia di ben 16 coppie avevano punteggi simili a gemelli identici, identificati utilizzando lo stesso software. E queste coppie avevano molti più geni in comune rispetto alle altre 16. Inoltre, non solo si assomigliavano fisicamente, ma condividevano molti tratti comportamentali, stili di vita, peso, livelli di istruzione.
A risultare diversi sono stati invece il microbioma delle coppie più simili, ovvero l’insieme dei microrganismi che vivono nel corpo umano, e l’epigenoma, prodotto delle esperienze che viviamo e che influenzano l’attivazione di alcuni geni. A dimostrazione che le somiglianze riscontrate dipendevano più dal Dna che dall’ambiente circostante.
Ma come mai ognuno di noi avrebbe un sosia quasi perfettamente identico? Secondo i ricercatori è pura coincidenza, correlata all’aumento della popolazione. Esteller ha infatti dichiarato:
Nel mondo, in questo momento, ci sono così tante persone che alla fine il sistema sta producendo esseri umani con sequenze di DNA simili. Questo probabilmente è sempre successo, ma ora con Internet è molto più facile trovarli.
Insomma, perlomeno fisicamente, lo studio sembra suggerire che potremmo non essere così unici come crediamo.
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FONTE: Cell Reports
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