Nuova stretta per le donne afghane: d’ora in poi non potranno lavorare neanche per l’Onu  

L'esistenza per le donne afghane si fa sempre più infernale. D'ora in poi non potranno più collaborare con le Nazioni Unite per offrire aiuti umanitari alla popolazione: è l'ennesima decisione liberticida e discriminatoria imposta dal regime talebano

Non c’è pace per le donne afghane, private giorno dopo giorno dei loro diritti e della libertà. Dopo il divieto di studiare, praticare sport, uscire e viaggiare da sole, i talebani hanno emesso un ordine per impedire loro di collaborare con l’Onu su tutto il territorio dell’Afghanistan. Finora questa era una delle poche eccezioni previste per le cittadine del Paese mediorientale.

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Lo scorso dicembre il regime talebano aveva annunciato che le donne della nazione non avrebbero più potuto lavorare per le Ong, né locali né internazionali. Dallo scorso martedì, la restrizione è stata estesa anche a coloro che sono al servizio delle Nazioni Unite.

Non si è fatta attendere la reazione dell’Onu, che ha ribadito quanto sia fondamentale l’operato del personale femminile affinché l’organizzazione intergovernativa possa continuare a offrire assistenza e a salvare vite nella nazione.

Qualsiasi divieto del genere è inaccettabile e francamente inconcepibile. – ha commentato il Segretario generale Antonio Guterres – Questa è l’ultima mossa di una tendenza inquietante che compromette la capacità delle organizzazioni umanitarie di raggiungere i più bisognosi.

Secondo quanto riferito da alcune fonti ONU, a tutto il personale afghano impiegato dall’organizzazione nel Paese – circa 3.300 tra donne e uomini – è stato chiesto di non presentarsi al lavoro per 48 ore in via precauzionale.

Quanto sta accadendo nel Paese governato dai talebani sta allarmando parecchio le Nazioni Unite, che stanno cercando di offrire aiuti umanitari a circa 23 milioni di uomini, donne e bambini su una popolazione di 40 milioni di persone.

“Continueremo a perseguire tutte le strade per garantire di poter raggiungere le persone più vulnerabili, in particolare donne e ragazze” ha assicurato Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario Generale dell’Onu.

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Fonte: ONU 

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